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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità San Giovanni / Via Terni, 92

Il corpo di don Andrea spostato ai Santi Fabiano e Venanzio

Sabato 3 dicembre 2022 il corpo di don Andrea, sacerdote fidei donum ucciso in Turchia sarà tumulato nella nuova tomba ai Santi Fabiano e Venanzio

Venerdì 2 dicembre il corpo di Don Andrea Santoro, ucciso il 5 febbraio 2006 in Turchia, arriverà nella chiesa di Villa Fiorelli e sabato 3 dicembre ci sarà la tumulazione nella nuova tomba nella parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio (via Terni, 92),

Don Andrea Santoro dal 1994 al 2000 fu parroco nella parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio prima di partire per la Turchia dove venne ucciso nella chiesa di Santa Maria a Trabzon dove pregava con la Bibbia fra le mani. 

Il corpo che si trova al cimitero del Verano il 2 dicembre sarà portato alla alla chiesa di Villa Fiorelli alle 16:00 e sarà accolto dal cardinale Enrico Feroci, caro amico di don Santoro. Alle ore 18:00 il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà la celebrazione eucaristica; alle ore 21:00, poi, è in programma una veglia di preghiera presieduta da don Marco Vianello che alla fine degli anni Novanta fu vice parroco di don Andrea ai Santi Fabiano e Venanzio. Le celebrazioni proseguiranno il giorno successivo: alle 8.30, si terrà la preghiera delle lodi presieduta da don Fabio Fasciani, parroco della chiesa di Villa Fiorelli; alle 10:30 è prevista invece la liturgia eucaristica presieduta da monsignor Massimiliano Palinuro, vicario apostolico di Istanbul, e concelebrata dal vescovo ausiliare della diocesi di Roma Benoni Ambarus. A seguire, il corpo sarà tumulato nella tomba, realizzata ai piedi del grande Crocifisso davanti al quale don Santoro era solito fermarsi in preghiera. La tomba, in travertino bianco e rosso, è stata progettata dall'architetto Patrizia Ruggiero.

Il cardinale Feroci ricorda così il sacerdote: "Bisogna ricordare le parole che don Andrea disse quando partì la prima volta per la Turchia cioè che sarebbe andato lì per accendere una piccola fiammella, per riattizzarla affinché potesse brillare con maggior forza la luce della fede. Lui davvero ha riacceso questa luce e l’ha portata fino a noi. La sua è una testimonianza di profonda fede nel Signore, perché è arrivato a donare al Signore la propria vita. Era partito dalla parrocchia e ora torna lì, nella sua casa. Davvero ha riconsegnato a noi quella luce antica".

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