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Coronavirus, il Tar: "Medici di base non possono assistere pazienti Covid a domicilio". La Regione farà ricorso

La terza sezione quater del Tar fa riferimento al decreto legge del 9 marzo scorso che "rende illegittima l'attribuzione di tale compito ai medici di medicina generale, che invece dovrebbero occuparsi soltanto dell'assistenza domiciliare ordinaria" non Covid

"L'affidamento ai Medici di medicina generale del compito di assistenza domiciliare ai malati Covid" è in contrasto con la disciplina emergenziale attualmente in vigore.

Lo ha stabilito il Tar del Lazio che ha in parte accolto il ricorso del Sindacato dei medici italiani contro alcune ordinanze e provvedimenti della Regione Lazio. I medici di medicina generale, si legge nella sentenza "risultano investiti di una funzione di assistenza domiciliare ai pazienti Covid del tutto impropria" che per legge "dovrebbe spettare unicamente alle Unità Speciali di Continuità Assistenziale, istituite dal legislatore nazionale d'urgenza proprio ed esattamente a questo scopo".

Assistenza domiciliare sì, ma ordinaria

Secondo i giudici amministrativi, "è determinante la previsione contenuta" nel decreto legge 14/2020, inerente 'Disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all'emergenza Covid-19', secondo cui "al fine di consentire al medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta o al medico di continuità assistenziale di garantire l'attività assistenziale ordinaria, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano istituiscono, entro dieci giorni dall'entrata in vigore del presente decreto, presso una sede di continuità assistenziale già esistente una unità speciale ogni 50mila abitanti per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero".

Dunque, si legge nella sentenza, "nel prevedere che le Regioni 'istituiscono' una unità speciale 'per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero', la citata disposizione rende illegittima l'attribuzione di tale compito ai MMG (medici di medicina generale, ndr), che invece dovrebbero occuparsi soltanto dell’assistenza domiciliare ordinaria (non Covid)".

La motivazioni del Tar del Lazio

Per questo, "hanno ragione i ricorrenti quando affermano che il legislatore d'urgenza ha inteso prevedere che i MMG potessero proseguire nell’attività assistenziale ordinaria, senza doversi occupare dell'assistenza domiciliare dei pazienti Covid".

Tale previsione, aggiunge ancora il Tar, "è stata replicata in modo identico" in un articolo del decreto 'Cura Italia', nel quale "è specificato pure che 'il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta o il medico di continuità assistenziale comunicano all'unità speciale, a seguito del triage telefonico, il nominativo e l'indirizzo dei pazienti'". 

La Regione farà appello 

Di tutt'altro parere la Regione Lazio come si legge in una nota dell'Unità di Crisi COVID-19: "Proporremo ricorso urgente al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che è in contraddizione con le funzioni che il nuovo ACN assegna ai medici di medicina generale (MMG), tant'è che di recente è stato siglato l'accordo nazionale, non dalla sigla che ha proposto il ricorso, che permettere loro di eseguire i tamponi rapidi, dove necessario anche a domicilio. La sentenza del Tar, che rispettiamo, non tiene conto di un quadro di forte evoluzione del ruolo dei medici di medicina generale nel contrasto alla pandemia ed arriva dopo 8 mesi dalle modalità organizzative messe in atto che finora hanno consentito di essere nella cosiddetta zona 'gialla'. Nel Lazio vi sono oltre 60 mila persone in isolamento domiciliare ed è tecnicamente impossibile gestirle unicamente con le USCA-R".

"E' innanzitutto compito della medicina territoriale farsi carico, con i dovuti mezzi di protezione e la dovuta formazione, di questi pazienti che molte volte non sono affetti unicamente da COVID, ma anche da altre patologie croniche. - si legge ancora - Pertanto l'assunto del Tar per cui gli MMG dovrebbero occuparsi soltanto dell'assistenza ordinaria domiciliare (non COVID) è tecnicamente impossibile in una visione olistica del paziente, vorrebbe dire che un anziano iperteso diabetico e con il Covid può avere un'assistenza domiciliare del MMG solo per le patologie croniche anziché per l’intero quadro clinico".

"C'è rischio di un danno grave"

Proprio in questi giorni, attraverso il Commissario nazionale per l'emergenza, si stanno distribuendo a tutti i medici i kit per i tamponi rapidi antigenici, da fare nei loro studi, o presso locali messi a disposizione dalle Asl e dei Comuni e lì dove necessario anche a domicilio ed è per questo che la Regione Lazio ha disciplinato su base volontaria e nell’ambito delle prerogative attribuite dalla legge questa modalità. Ora c'è un rischio di un danno grave e irreparabile alla rete dell’assistenza territoriale nel contrasto alla pandemia", conclude l'Unità di Crisi COVID-19 della Regione Lazio.

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