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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Lazio in zona gialla? La Regione è a rischio "moderato". Terapie intensive sono sopra la soglia d'allerta

D'Amato fa il pompiere: "Il Lazio è tra le aree europee a più alta copertura vaccinale e chi vuole venire qui è benvenuto e potrà anche effettuare"

Il Lazio è a rischio "moderato" e, almeno per il momento, non finirà in zona gialla. A dirlo, dopo il consueto report dell'Iss del venerdì, è l'assessore alla sanità laziale Alessio D'Amato che fa, ancora una volta, il pompiere: "La classificazione del rischio rimane 'moderata'. Non bisogna creare ansie e incertezze soprattutto nei confronti di chi sta programmando periodi di vacanze". Una rassicurazione che arriva anche dall'assessore della Regione Lazio al Turismo, Valentina Corrado.

Il Lazio, ha spiegato D'Amato, è tra le "aree europee a più alta copertura vaccinale e chi vuole venire qui è benvenuto e potrà anche effettuare, se lo desidera, il richiamo prenotando l'open day di Natale in programma il 19 dicembre prossimo. La zona gialla non deve spaventare né generare preoccupazione o allarmismi, anche perché la limitazione maggiore sarebbe l'utilizzo delle mascherine all'aperto, provvedimento già adottato da numerose amministrazioni nella nostra Regione".

Terapie intensive nel Lazio sopra la soglia di rischio

Insomma, l'assessore prova a sedare sul nascere il dibattito sul cambio di colore, ma non è tutto oro ciò che luccica. Nel Lazio negli ultimi giorni i malati nelle terapie intensive e dei ricoverati negli ospedali sono aumentati e il tasso di occupazione è per entrambi, al 12%. Il valore dell'indice rt è sceso a 1.06, mentre l'incidenza a in aumento a 190 positivi per 100mila abitanti. 

Dunque, i dati non sono di quelli che fanno dormire sonni tranquilli. I tre indicatori che portano una regione in zona gialla, ricordiamo, sono l'incidenza dei contagi ogni 100mila abitanti uguale o superiore a 50 casi, il tasso di occupazione dei reparti ordinari dell'area medica negli ospedali sopra il 15% e il tasso di occupazione delle terapie intensive al di sopra del 10%.

Ecco perché la corsa al vaccino diventa sempre più importante. "Ieri sono state superate le 60mila somministrazioni in un solo giorno, un vero record, con la buona notizia rappresentata dalle circa 4 mila prime dosi somministrate - ha aggiunto D'Amato -. Invitiamo coloro che ancora non l'avessero fatto a prenotarsi".

Chi non si vaccina rischia la terapia intensiva

Anche perché chi non si immunizza, rischia di finire nei reparti dei malati più gravi negli ospedali. Attualmente al policlinico Gemelli di Roma, infatti, ci sono 30 malati Covid ricoverati in terapia intensiva. Di questi l'80% è non vaccinato, il 20% sono vaccinati e fragili o che hanno ricevuto l'ultima somministrazione del vaccino 5 mesi fa o più, ha spiegato oggi il primario del reparto di terapia intensiva del Policlinico, Massimo Antonelli, intervenuto a 'Buongiorno' su Sky Tg24.

"L'età media dei non vaccinati è più bassa, si va dai 20-25 anni fino ai 70-75. Nelle ultime settimane abbiamo ricoverato anche ultra 75enni non vaccinati", ha aggiunto. "Il rischio per chi non è vaccinato è 32 volte maggiore", ha poi sottolineato il professore. "Il rischio per chi non è vaccinato è 32 volte maggiore. Da marzo 2020 abbiamo ricoverato oltre 1.500 persone".

Solamente lo scorso 8 dicembre, stando ai dati della regione, nel Lazio erano state segnalate 500mila persone non vaccinate. Mentre nelle fasce più a rischio, dai 50 anni in su, non sono vaccinate "circa 120mila" persone. Che i reparti delle terapie intensive siano in sofferenza, lo ha reso noto anche la cabina di regia Istituto superiore di sanità-ministero della Salute sul monitoraggio dell'epidemia da Covid-19.

Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale "è all'8,5% contro il 7,3% dello scorso 2 dicembre", mentre il tasso di occupazione nelle aree mediche a livello nazionale sale al 10,6%, rispetto al 9,1% della rilevazione precedente del 2 dicembre".

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