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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Coronavirus Roma, salgono a 41 i casi nella clinica San Raffaele: la Regione prevede oltre 1800 test

Il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma: "Ancora non è chiaro se siano stati i pazienti ad infettare il personale sanitario o viceversa"

Salgono a 41 i casi di coronavirus confermati all'Irccs San Raffaele Pisana di Roma, identificato come nuovo cluster della Regione Lazio. L'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato, ha dichiarato che il focolaio "è stato contenuto" ma si sta lavorando per tracciare i possibili contatti (qui le indicazioni su dove fare il test) e determinare l'origine dello stesso.

Così, dopo aver già effettuato il tampone a circa 700 persone, ora la Regione Lazio ha deciso di richiamare tutti i 280 pazienti dimessi dal 18 maggio e tutti i parenti, i conviventi e le persone che hanno incontrato in questo periodo di tempo i soggetti interessati.

Insomma, secondo le prime stime, si dovrebbero esaminare tra le 1800 e le 2100 persone. Tanti che già dalla mattinata di lunedì hanno preso d'assalto i laboratori e le postazioni drive-in, costringendo la Polizia locale e la Asl Rm3 a dirottare chi dovrà effettuare il test al centro di Casal Bernocchi.

"Sono a disposizione i due drive-in della Asl Roma 3 presso l'ex ospedale Forlanini e via di Casal Bernocchi per effettuare i test - ha sottolineato D'Amato che prevede oltre 1800 test -  Questo focolaio dimostra che non bisogna abbassare il livello di attenzione e occorre mantenere il rispetto dei protocolli".

Si lavora anche per determinare ancora l'origine del focolaio. Un tema delicato su cui non sono mancate le polemiche con un botta e risposta tra la clinica San Raffaele e la Regione Lazio.

La gestione della clinica della Pisana è la stessa della struttura di Rocca di Papa. Qui scoppiò un cluster che contò 159 casi positivi e 17 morti. In quel caso lo scontro tra Regione Lazio e San Raffaele si incentrò allora sulla corretta somministrazione dei tamponi e l'assistenza ai pazienti. La Pisana arrivò ad avviare una procedura di revoca dell'accreditamento

Sul caso è intervenuto anche il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi, interpellato dall'agenzia Dire. "Speriamo di riuscire a controllare il focolaio del San Raffaele. Il solo fatto che sia stato identificato è già un successo, ma ora la ricerca epidemiologica deve essere fatta in tempi rapidi, per ricostruire tutti i contatti di chi è risultato positivo", ha sottolineato il presidente dell'Omceo.

"Ancora non è chiaro se siano stati i pazienti ad infettare il personale sanitario o viceversa - prosegue Magi - Ma il concetto
importante da sottolineare è che il virus ancora circola ed è facile creare nuovi focolai. Il contagio parte da una persona e
serve molta attenzione, perché questa persona poi torna a casa e incontra i suoi familiari, i quali vanno poi a fare la spesa,
magari a cena in un ristorante oppure al parco o in spiaggia. Non ci vuole niente a tornare alla situazione di partenza
".  

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