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Coronavirus Roma, salgono a 55 i positivi nel focolaio del San Raffaele: Procura dispone ispezione Nas

Si continuano a eseguire i tamponi drive in a tutti i pazienti dimessi dal 18 Maggio in poi dall'IRCCS San Raffaele Pisana

Sono saliti a 55 i casi positivi al coronavirus registrati e confermati che derivano dal focolaio delll'Irccs San Raffaele Pisana di Roma, identificato come nuovo cluster della Regione Lazio. 

L'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato, ha dichiarato che il focolaio "è stato contenuto" ma si sta lavorando per tracciare i possibili contatti (qui le indicazioni su dove fare il test) e determinare l'origine dello stesso: "Nelle ultime 24 registriamo un dato di 23 casi positivi di cui 14 riferibili al cluster del Raffaele Pisana. Sono 14 casi che rappresentano una coda riconducibile al focolaio poiché sono pazienti che dopo alcuni giorni dalla dimissione dalla struttura hanno sviluppato la positività".

"Dei primi 702 test ai drive-in sono risultati positivi in 5 (3 a Casal Bernocchi e 2 all'ex ospedale Forlanini) e la Asl darà comunicazione ad ognuno dei casi compresi quelli risultati negativi. - spiega D'Amato - I casi segnalati risultano nei territori della Asl Roma 1, Asl Roma 3, Asl Roma 4, Asl Roma 5 e Asl Roma 6. Il caso di Asl Roma 5 ha generato 17 contatti per un totale di contact tracing di oltre 100 unità e al momento 9 casi positivi confermati. Domani ripartono i test sugli operatori e sui pazienti nella struttura IRCCS San Raffaele Pisana dove al momento non risultano positivi". 

Anche oggi sono quindi continuati i tamponi drive in a tutti i pazienti dimessi dal 18 Maggio in poi dal San Raffaele Pisana e ai loro contatti stretti. "Se ne faranno oltre 2000", ha assicurato la Asl Roma 3 mentre nel frattempo la procura di Roma ha disposto un'ispezione dei NAS. 

I militari nei prossimi giorni si recheranno nella struttura per controllare cartelle cliniche, documentazioni mediche, ma anche per verificare se siano state rispettate le normative sanitarie e quelle di prevenzione del contagio. Una prassi già attuata anche con le Rsa del Lazio. 

Tra queste anche quella di Rocca di Papa La gestione della clinica della Pisana è la stessa della struttura di Rocca di Papa. Qui scoppiò un cluster che contò 159 casi positivi e 17 morti. In quel caso lo scontro tra Regione Lazio e San Raffaele si incentrò allora sulla corretta somministrazione dei tamponi e l'assistenza ai pazienti. La Pisana arrivò ad avviare una procedura di revoca dell'accreditamento

Dal San Raffaele, tuttavia, hanno già fatto sapere che "sono state scrupolosamente rispettate ed applicate tutte le disposizioni nazionali e regionali emanate al fine della protezione dei pazienti ed operatori dal rischio contagio da COVID-19".

Da quanto ricostruito finora, sembrerebbe che il focolaio sarebbe partito da un fisioterapista trovato positivo già il 3 maggio. In questo caso, secondo la direzione del San Raffaele, sarebbe stata la Asl Rm 3 a commettere una leggerezza non tracciando a dovere i contatti del fisioterapista.

La direzione sanitaria della Asl, però, aveva già reso noto la propria posizione: "Al momento è probabile che il caso indice del focolaio sia riferibile ad alcuni operatori della struttura anche perché, secondo l'ordinanza regionale del 18 aprile 2020, i pazienti ammessi nella struttura, oltre ad essere sottoposti ad un adeguato distanziamento e l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, debbono per 14 giorni essere posti in isolamento precauzionale".

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