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Coronavirus, quinto caso nella rimessa Atac di Tor Pagnotta: "Ora tamponi a tutti i lavoratori"

La denuncia di sindacati e Rsu: "A tutela della salute dei dipendenti iter lacunosi. Dotare struttura di uno staff sanitario dedicato"

"Chiediamo che vengano effettuati a tutti tamponi e test" e anche "uno staff sanitario aziendale che chiarisca in rimessa le procedure e spieghi quello che intende fare per evitare una diffusione repentina del virus tra i lavoratori"

L'appello arriva dalle Rsu (rappresentanze sindacali unitarie) della rimessa di Tor Pagnotta. In una lettera, che RomaToday ha potuto visionare, inviata al presidente Paolo Simioni e al direttore al Personale, parlano di un quinto caso di coronavirus tra i lavoratori della struttura, e chiedono misure capillari di prevenzione e sicurezza. 

"Non è tollerabile che semplicemente si chieda al lavoratore con chi abbia avuto contatti" scrivono i lavoratori, perché i contatti sono semplicemente "con tutte le persone che gravitano all'interno delle officine siano essi operai, lavoratori della ditta delle pulizie, autisti"

E ancora: "Non è tollerabile che non si renda noto il nominativo per privacy ma che si lasci circolare il nome con un mero chiacchiericcio tra lavoratori, infondendo un clima di tensione e insicurezza". 

La richiesta è chiara: "Vengano  effettuati subito test e tamponi al personale Atac e al personale delle ditte esterne presenti nelle officine e di transito nella rimessa". Poi si doti la struttura di uno "staff sanitario aziendale che chiarisca le procedure e spieghi quello che intende fare per evitare una diffusione repentina del virus tra i lavoratori".  

In realtà non è la prima istanza di questo genere da parte dei lavoratori. Già a fine aprile un'altra lettera conteneva la stessa richiesta: un presidio medico fisso in rimessa. Che però non è mai arrivato. 

"Serve rapidità per mettere al sicuro i dipendenti" commenta a RomaToday il responsabile Filt Cgil Roma, David Catarci. "Ci sono dei vuoti nelle procedure di tutela della salute dei lavoratori inaccettabili, si è saputo ieri del tampone positivo e oggi i lavoratori non sono ancora stati intervistati tutti. Non si può far passare tempo. E adesso i tamponi devono essere fatti a tutti i dipendenti della struttura". 

Nei giorni scorsi, lo ricordiamo, sono stati avviati i test sierologici ai dipendenti. Ma non sono previsti per tutti. Lo studio epidemiologico prevede la somministrazione a un campione di casi, 800 su 11mila, 50 per ogni rimessa. E sempre su adesione volontaria. 

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