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Covid, tredici ragazzi romani bloccati a Malta: "Abbandonati a loro stessi e visitati da un vicino di casa"

La denuncia dei 26 genitori di un gruppo di amici sull'isola per festeggiare la maturità, bloccati dopo che uno di loro - vaccinato - è risultato positivo: "Nessuno li ha informati sulla procedura da seguire, sono in un limbo"

Bloccati in una casa vacanze a Malta senza assistenza sanitaria, costretti a fare affidamento su un medico che li visita in modo volontario e sul padrone di casa che gli procura cibo e farmaci. È la situazione in cui si trovano 13 ragazzi romani per cui la prima vacanza dopo la lunga pandemia di coronavirus si è trasformata in in incubo dopo che uno è risultato positivo.

A raccontare quanto sta accadendo a Swieqi, località turistica nel nord-est di Malta, è Cristina Granieri, mamma di Elias, uno dei ragazzi intrappolati nel pantano burocratico che si è venuto a creare nel giro di poche ore: “I ragazzi sono senza assistenza sanitaria. A oggi i positivi sono tre, tra cui una ragazza di 17 anni che ha sintomi conclamati e che la notte scorsa è svenuta - spiega preoccupata a Roma Today - In tutto ciò vi è un’assenza totale da parte delle istituzioni maltesi e l’ambasciata italiana è in grande difficoltà perché a oggi sarebbero 200 gli italiani in situazioni simili a Malta, in quarantena e bloccati".

"Non vogliamo lamentarci della possibilità del contagio, sapevamo che il rischio c’era anche se i ragazzi hanno acquistato i biglietti in un un momento in cui le partenze non erano sconsigliate - continua - Siamo preoccupati però per la totale assenza di qualsiasi forma di autorità”.

Ragazzi bloccati a Malta, cosa è successo

I ragazzi, tutti tra i 18 e i 19 anni (tranne una ragazza di 17) avrebbero dovuto rientrare da Malta venerdì scorso, dopo una settimana di vacanza. Partiti con regolare tampone negativo, il mercoledì precedente al rientro si sono sottoposti a nuovo tampone e uno di loro, un ragazzo con doppia vaccinazione e green pass, è risultato positivo. Quasi tutti i ragazzi, con un'unica eccezione, sono vaccinati contro il covid.

“Quando il tampone rapido èragazzi hanno provato a chiamare le autorità per capire come comportarsi, ma non hanno ricevuto nessuna risposta efficace e che gli consentisse di orientarsi - prosegue Granieri - Hanno noleggiato a loro spese un van con autista per portare il ragazzo positivo in laboratorio per fare il molecolare, e da lì si sono auto isolati nell’appartamento che avevano affittato. Il proprietario si è detto disponibile a prolungare il loro soggiorno, ovviamente a spese loro. Il problema è la promiscuità dell’ambiente, usano due bagni diversi ma senza accertamenti è probabile che i contagi aumentino. E nessuno è ancora andato a visitarli, non hanno inviato nessuno per accertarsi della situazione sanitaria, stiamo ricevendo assistenza soltanto dal consolato”.

La madre di uno dei ragazzi: "Isolati in una casa vacanza e visitati da un vicino di casa"

I ragazzi a oggi non hanno dunque alcun tipo di indicazione sullo stato del contagio e sulla loro salute: “Emotivamente la situazione è sotto controllo, i ragazzi sono coscienziosi, hanno preso le redini della situazione in modo consapevole, ma ci sono limiti oggettivi - spiega ancora la mamma di Elias - Innanzitutto sono bloccati in un paese straniero e non possono uscire, in più non hanno assistenza di alcun genere. Non sappiamo poi quando è iniziata la quarantena, formalmente, e dunque quanto deve durare. Sarebbe logico fare un tampone molecolare a tutti per approfondire, e poi separarli e dare la possibilità a chi non è contagiato di fare la quarantena di 10 giorni e poi di rientrare”.

Granieri conferma che ci sarebbero a Malt acovid hotel dove i ragazzi potrebbero andare, “ma il costo grava sulle famiglie, sono 100 euro a notte perché sono hotel 5 stelle con sauna e piscina. Capiamo la situazione ma vorremmo avere comunicazioni ufficiali e rassicurazioni sul fatto che il caso è stato preso in carico. L’incertezza e l’assenza di assistenza è la cosa più assurda, l'unica assistenza sanitaria ricevuta è quella di un medico, vicino di casa, che si è preso a cuore la situzione e ha fatto anche i tamponi rapidi”.

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