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Orti urbani, semina e raccolto sono autorizzati: ma ci sono regole da rispettare

Per le realtà già registrate all’Ufficio Orti Urbani il Campidoglio ha stabilito distanze e accessi consentiti. Novità anche dalla Regione: per attività agricole amatoriali autorizzati spostamenti nei comuni limitrofi

Sono vietati gli assembramenti, l’acceso al pubblico ed alle aree di socializzazione. Però sono consentite la semina, l’innaffiatura, il raccolto e la piantumazione. Il Campidoglio ha sciolto il nodo sugli orti urbani. Possono restare in funzione, a condizione che si rispettino precise regole.

L'accesso agli orti urbani

Con una nota firmata dal direttore del Dipartimento Ambiente il 14 Aprile, sono state fissate le modalità operative da seguire nell’accesso agli orti urbani. “Le attività dovranno essere eseguite in tempi brevi – è stato specificato – una persona nel raggio di 50 metri quadrati”. Inoltre, è stato chiaramente specificato che “ad ogni coltivatore autorizzato è permesso l’ingresso a giorni alterni, fino ad un massimo di 3 volte a settimana”. In questo modo si potranno svolgere le necessarie attività nel rispetto dei decreti governativi per il contenimento del nuovo Coronavirus.

Chi può accedervi

Come si fa ad essere autorizzati? E’ necessario innanzitutto che l’orto sia già stato registrato al comune. Di solito questo avviene attraverso un’associazione affidataria. Ad esempio a Garbatella la gestione dei terreni coltivati nel parco di via Rosa Raimondi Garibaldi è curata da Legambiente. A Casal Brunori, il parc9 Sergio Albani è invece gestito dall’associazione Vivere In. I referenti di queste realtà, ha chiarito il direttore del Dipartimento Ambiente, dovranno “inviare all’Ufficio Orti Urbani e alla Direzione Tecnica del Municipio di competenza la lista dei coltivatori da lui autorizzati”.

I controlli

Le persone che accederanno al proprio lotto di terreno potranno essere controllati dagli agenti del Gruppo di Polizia Locale che effettueranno delle verifiche sul rispetto dei programmi di accesso. Gli orticoltori autorizzati, è stato espressamente ribadito dal Campidoglio, sono “tenuti a recare con sé la tessera associativa e la dichiarazione sostitutiva da esibire in caso di controlli da parte della autorità”.

La testimonianza

Ad inizio aprile era circolata un’altra nota del Dipartimento Ambiente, più restrittiva. Fissava anche dei limiti anagrafici. “Adesso è più gestibile la fruizione degli orti. Il nostro è uno dei dieci/undici orti che sono registrati – ha spiegato Filippo Cioffi che con l’associazione Vivere In gestisce il par9 Sergio Albani – da noi ci sono 150 ortisti e 107 lotti, perché alcuni sono in condivisione. Pertanto abbiamo dovuto fare un calcolo matematico che tenesse in considerazione il numero degli orti e le distanze da rispettare. Così facendo siamo arrivati alla conclusione che, ciascuno di noi, può essere autorizzato a coltivare il proprio lotto per 12 ore a settimana. Dovrebbero bastare”.Le disposizioni impartite dal Dipartimento ambiente, come accennato, hanno validità solo per le realtà già censite. Ne fanno parte organizzazioni consolidate come OrtoLino in zona Tintoretto o gli orti delle Tre Fontane. Ma sono comunque una minoranza rispetto alla quantità di orti presenti nel territorio cittadino.

L'ordinanza della Regione

Anche la Regione Lazio, con un’apposita ordinanza, ha provato a dare il proprio contributo. Riguarda però persone che “in forma amatoriale” svolgono “attività agricole e di condizione di allevamenti di animali da cortile”. Per loro è autorizzato lo spostamento, nel rispetto dei decreti governativi per il contenimento da Covid 19, “non più di una volta al giorno” e per “un solo componente del nucleo famigliare”. Inoltre sono consentiti anche spostamenti tra comuni limitrofi a condizione che non siano in vigore divieti di allontanamento e di accesso, ordinati dal presidente della Regione sempre per il contenimento dei disagi. 

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