Coronavirus, dalla Regione una nuova ordinanza rifiuti: cosa cambia per gli impianti durante l'emergenza
Nuove regole per gli stabilimenti che trattano le frazioni della raccolta differenziata. Scattano le autorizzazioni per ampliare le quantità di rifiuti in stoccaggio
Gli impianti del Lazio che trattano i rifiuti differenziati potranno accumulare nei loro depositi di stoccaggio un quantitativo maggiore di materiali rispetto a quanto consentito in via ordinaria. Fino al 30% in più e fino alla fine dell'emergenza coronavirus, per scongiurare possibili crisi all'intera filiera di raccolta dei rifiuti. È quanto stabilito dall'ordinanza numero 22 della regione Lazio, sulla base di indicazioni già arrivate dal ministero dell'Ambiente con un circolare del 27 marzo. Cosa sta succedendo?
"Rischio sovraccarico e intoppi nella raccolta"
Le industrie che lavorano plastica, carta, alluminio, vetro e le diverse frazioni della raccolta differenziata in uscita dagli impianti sono chiuse per l'emergenza coronavirus, con il risultato che i rifiuti si accumulano oltre il consentito negli stabilimenti primi di trattamento. Due i pericoli: un sovraccarico ingestibile, se non normato, nelle piattaforme di conferimento e il rischio di pesanti ripercussioni su uno dei servizi pubblici essenziali, la raccolta dei rifiuti urbani. A segnalare l'urgenza già il Conai, Consorzio nazionale imballaggi, con una nota del 29 marzo inviata ai presidenti delle Regioni, chiedendo "di incrementare le capacità di stoccaggio degli impianti".
Onde evitare una "completa saturazione delle piattaforme di conferimento" e di conseguenza "la potenziale interruzione delle operazioni di ritiro dei rifiuti urbani". Idem quanto fatto presente dall'Unirima, Unione nazionale imprese recupero e riciclo maceri, con nota del 22 marzo, dati i "ritardi nei ritiri dei carichi dagli impianti verso le destinazioni successive, nonché la riduzione dell'attività lavorativa di settori industriali ai quali conferire la materia prima secondaria".
Le novità per gli impianti della differenziata
Da qui le disposizioni regionali contenute nell'ordinanza appena varata. Si autorizza dunque gli "impianti presenti sul territorio regionale già autorizzati alle operazioni di gestione dei rifiuti D15 (Deposito preliminare) e R13 (Messa in riserva) ad aumentare rispettivamente la capacità annua di stoccaggio, nonché quella istantanea, sia preventiva che successiva ad eventuali processi di trattamento, nel limite massimo del 30%", previa segnalazione alle Autorità competenti. L'aumento delle quantità di rifiuto stoccato riguarda anche i centri di raccolta comunali, che incrementeranno il deposito del 20%.
Il tutto sempre garantendo, si legge nell'ordinanza, "il rispetto delle norme di buona tecnica e di igiene e sanità pubblica, con particolare attenzione alla presenza di ricettori sensibili nell’immediato intorno degli impianti, delle disposizioni in materia di prevenzione incendi e di tutte le norme e prescrizioni non derogate presenti all’interno degli atti autorizzativi".
"Questa misura serve per superare la situazione di emergenza dovuta al Covid-19 - ha spiegato l'assessore al Ciclo dei rifiuti Massimiliano Valeriani - con l'obiettivo di minimizzare gli smaltimenti e garantire successivamente quanto più possibile il recupero delle materie riciclabili".