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Coronavirus, le sale scommesse riaprono a luglio: protestano i gestori degli ippodromi

L’ordinanza regionale è stata criticata per aver posticipato l’apertura delle sale scommesse. Pautasso (Federippodromi): “Siamo sconcertati”

La Regione Lazio ha fissato le regole per la ripartenza delle attività che, a causa del nuovo Coronavirus, ancora non avevano riaperto i battenti. Fiere e congressi, dal 15 giugno, possono tornare ad accogliere i propri utenti, nel rispetto delle limitazioni anti-covid. Invece sale giochi, sale bingo e sale scommesse, devono attendere il primo luglio.

La protesta di Federippodromi

L’ordinanza firmata il 13 giugno dal Presidente Zingaretti non è stata accolta positivamente da chi, al mondo del gioco legale, lega la propria attività. Elio Pautasso, presidente di Federippodromi e Direttore generale della Hippogruop Roma Capannelle, ha dichiarato di aver preso atto del nuovo provvedimento “con notevole sconcerto e comprensibile disapprovazione”.

“L’ordinanza firmata oggi da Zingaretti consente l’apertura delle sale scommesse, sale slot, sale giochi e sale bingo, e quindi di tutto il gioco legale dal 1 luglio, mentre in tutta Italia l’apertura è stata fissata il 15 giugno, quindi già lunedì prossimo” ha ricordato Pautasso. 

Sale da ballo e sale scomesse

Lo slittamento dei termini attualmente previsti dal DPCM governativo, non è l’unico aspetto che viene contestato. Nell’ordinanza  “si mettono sullo stesso piano le attività di ballo all’aperto (discoteche e sale da ballo) a sale scommesse, sale bingo e sale slot, quando invece risulta piuttosto evidente, come emerge da tutti i DPCM, che le varie realtà non abbiano nulla in comune tra loro”. Le discoteche in realtà potranno aprire già dal 15 giugno, ma solo per le attività, come la ristorazione o gli spettacoli dal vivo, che non sono legate al ballo.  

Il gioco legale

L’aver però messo sullo stesso piano le attività di ballo all’aperto e le sale scommesse, secondo il presidente della Federippodromi “genera una confusione incredibile creando un doppio danno agli operatori del gioco legale”.
 

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