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Coronavirus, Atac prepara la fase 2: massima attenzione su bus e metro. Ipotesi ingressi "a numero chiuso"

Si lavora per la gestione dei mezzi pubblici quando la città potrà finalmente ripartire. Allo studio gli ingressi contingentati su bus e metro per mantenere il distanziamento

Ingressi "a numero chiuso" sui mezzi pubblici per assicurare il mantenimento delle distanze tra persone. In Atac, e in Campidoglio, si studia per la fase 2, quella della ripartenza post emergenza coronavirus. Ancora non c'è una data ufficiale ma gli enti locali lavorano per farsi trovare il più possibile pronti. E tra i settori certo più delicati da gestire c'è il trasporto pubblico, notoriamente preso d'assalto dai romani, luogo di resse e assembramenti per eccellenza. 

Allora si comincia a pensare a contingentare le entrate, sia sugli autobus che soprattutto sulle metropolitane. Ingressi, per capirsi, "a numero chiuso". Lo ha detto l'assessore alla Mobilità Pietro Calabrese nel corso di una seduta di commissione capitolina dedicata in generale alle misure messe a punto da Atac per affrontare l'emergenza covid-19. "Con il progressivo ritorno alla normalità sarà molto probabilmente necessario andare a contingentare gli ingressi, in particolare sulle metropolitane" ha spiegato l'assessore. 

Ci sarà però bisogno di personale per effettuare i dovuti controlli. L'idea è quella di recuperare un po' di forza lavoro da chi è ora in cassa integrazione. La solidarietà, lo ricordiamo, è stata chiesta dall'azienda per 4mila dipendenti. "Atac potrebbe integrare alcuni dipendenti ora in cassa integrazione per le attività di contingentamento". Il tutto con possibile obbligo per gli utenti di indossare la mascherina protettiva. A normarne l'utilizzo sarà con ogni probabilità la regione Lazio, seguendo gli indirizzi che arriveranno dal Governo centrale. 

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