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Sabato, 20 Aprile 2024
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Coronavirus, il presidente Atac scrive ai dipendenti: "La nostra è missione per la città. Avanti uniti"

Comunicazione a tutto il personale: "Molte decisioni in queste settimane di crisi, Atac ne uscirà migliore"

"Siamo chiamati oggi più che in ogni altro momento a unirci e farci garanti del diritto alla mobilità di Roma". Con questo incipit inizia la lettera inviata ai dipendenti Atac dal presidente Paolo Simioni. Oggetto: "uniti nell'emergenza". Un comunicato a tutto il personale nei giorni del Coronavirus, per infondere speranze e carica ai lavoratori in prima linea per garantire i servizi pubblici essenziali, mentre le ultime disposizioni governative chiedono ai cittadini di limitare il più possibile le uscite da casa. 

"Molte decisioni nelle prossime settimane"

"Essere parte di una grande azienda di Tpl significa mettersi a servizio delle persone, sacrificando talvolta un po' di stessi per rendere migliore la vita degli altri, ancor di più nei momenti di difficoltà" scrive Simioni, che prepara all'arrivo di nuove, eventuali, misure di sicurezza e restrizioni, in caso di necessità. "Crisi" implica "decisione" - si legge nella nota - ne assumeremo molte in queste settimane, Atac ne uscirà migliore". 

"Nostra è missione essenziale"

Poi qualche parola di stimolo e incoraggiamento. "Ricordiamoci ogni giorno il nostro ruolo, lavoriamo più uniti e con ancor più responsabilità per portare a termine quella missione essenziale che ogni giorno la città ci affida. Rispettando le istruzioni dei responsabili e seguendo i canali informativi a disposizione sarà più efficace il nostro impegno e apporto - conclude - grazie a tutti per la collaborazione. Buon lavoro e avanti". 

Le misure protettive in Atac

Ricordiamo che per quanto riguarda le misure protettive anticontagio sono stati interessati anche i dipendenti dell'azienda dei trasporti. Per quanto riguarda i dirigenti che lavorano normalmente in ufficio, sono stati avviati progetti di tele lavoro da casa. Per gli autisti invece sono arrivate le "catene" di sicurezza per isolare la cabina dal resto dei passeggeri. Nessun obbligo invece di indossare la mascherina. Con una circolare del 26 febbraio, quando ancora nel Lazio il Coronavirus non era emergenza, era stata raccomandata solo in caso di presenza di sintomi febbrili generici. 

La polemica dei sindacati: "Iniziative inadeguate"

Troppo poco oggi che il quadro è mutato per i rappresentanti del sindacato Faisa Cisal. In una nota inviata anche al presidente Simioni i sindacalisti definiscono "inadeguata l'iniziativa da voi intrapresa in materia di misure di prevenzione e protezione dal rischio di contagio da Covid". 

Tra i punti contestati, "la parziale sanificazione del parco bus, materiale rotabile e ambienti di lavoro, e la mancata e immediata distribuzione dei dispositivi individuali di protezione a tutto il personale". Tradotto: guanti e mascherine, fin'ora non forniti dall'azienda. 

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