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Martedì, 16 Aprile 2024
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Coronavirus, lavoratrice Amazon positiva. I sindacati: "Stop lavorazioni non necessarie"

Lo stabilimento di Passo Corese resta aperto e operativo. Amazon: "Vicini a collega, per precauzioni chi vi è entrato in stretto contatto chiami presidi sanitari"

Primo caso di Coronavirus in Amazon Italia. A risultare positiva al Covid-19 una dipendente dello stabilimento di Passo Corese.

Al riscontro del tampone positivo la lavoratrice di Amazon, ad oggi asintomatica, ha immediatamente avvisato i compagni di lavoro e l’azienda che ha diramato una comunicazione interna suggerendo ai dipendenti entrati in contatto con la loro collega, presente in reparto l’ultima volta il 22 marzo, a contattare “per precauzione” il 112 o il 1500 del Ministero della Salute. 

“In ogni caso – ha scritto Amazon ai suoi lavoratori – le persone che fossero entrate in contatto ravvicinato con il dipendente risultato positivo saranno poste in permesso retribuito”. 

Coronavirus, lavoratrice Amazon positiva al Coronavirus

Ma nonostante la sanificazione dei locali effettuata nella notte, nello stabilimento, dove sono impiegate oltre duemila persone, è già psicosi. Nelle settimane scorse lo stato di agitazione e la minaccia dello sciopero con i lavoratori e i sindacati a chiedere misure di sicurezza e tutela della salute stringenti. Uno stop a pacchi e consegne scongiurato solo dall’intervento della società che ha distanziato le postazioni, scaglionato le pause e riorganizzato i turni per ridurre l’afflusso dei lavoratori nel fabbricato. 

Coronavirus, i sindacati: “Amazon fermi lavorazioni non necessarie”

Non è bastato per allontanare la minaccia del Covid-19. Anche Amazon oggi ha il suo primo caso accertato di Coronavirus. “Come è immaginabile tra i lavoratori dello stabilimento di Passo Corese si è generato il panico. Come più volte richiesto torniamo a ribadire la necessità di fermare tutte le lavorazioni di beni non necessari, non è possibile che li dentro si continuino ad impacchettare cose futili. La salute dei lavoratori – ha detto a RomaToday Massimo Pedretti della Filt Cgil, facendo gli auguri di pronta guarigione alla lavoratrice positiva al Covid-19 – deve venire prima di tutto”. 

“Adesso basta. Pretendiamo una risposta nel brevissimo termine, altrimenti reagiremo: proprio ieri abbiamo inviato insieme alla Cisl di Roma Capitale e Rieti, e agli altri sindacati confederali una lettera alla Prefettura, in cui segnalavamo che le misure di protezione applicate in uno stabilimento che ospita oltre mille lavoratori ci risultano insufficienti. Ora non si può più attendere oltre, va evitato in ogni modo ogni ulteriore contagio. I lavoratori non possono essere messi a rischio: in un sito che ospita  un così alto numero di dipendenti il pericolo di contagio è reale, va fatto di tutto per scongiurarlo, con serietà. Il fatto che Amazon venda soltanto beni essenziali, inoltre, risulterebbe candidamente smentito da chiunque cliccasse sul sito per acquistare articoli fantasiosi: caldeggiamo vivamente un comportamento responsabile dell’azienda. Continueremo a utilizzare ogni strumento in nostro possesso per raggiungere questo obiettivo” – ha scritto in una nota il segretario generale della Fit-Cisl di Roma e Lazio, Marino Masucci, chiedendo ad Amazon la convocazione di un incontro urgente, da svolgere nelle modalità attualmente consentite, e, contemporaneamente, la convocazione del Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione. 

Coronavirus in Amazon: lo stabilimento resta operativo

Dopo il caso della lavoratrice di Amazon positiva al Covid-19 lo stabilimento di Passo Corese resta tuttavia aperto e operativo.

“Siamo vicini alla collega in quarantena a cui auguriamo una pronta guarigione” – ha scritto l’azienda in una nota. “Sin dal primo momento, abbiamo lavorato a stretto contatto con le autorità locali per rispondere in modo proattivo alla situazione di emergenza, continuando a garantire il nostro servizio ai clienti e preservando allo stesso tempo la salute di tutti i nostri dipendenti. In quest’ottica – ha ricordato Amazon - abbiamo introdotto una serie di misure preventive in tutti i nostri centri logistici per la loro salvaguardia: abbiamo aumentato le operazioni di pulizia, introdotto la distanza di sicurezza minima e richiesto ai corrieri di restare a distanza dai clienti quando effettuano le consegne. La salute dei nostri dipendenti rappresenta la nostra priorità ed è estremamente importante che rimanga a casa chiunque non si senta bene o viva insieme a persone che hanno avuto la febbre nelle ultime 24 ore. Per supportare al meglio le nostre persone durante questo periodo – ha fatto sapere l’azienda - abbiamo aumentato la nostra disponibilità in termini di permessi retribuiti e stiamo permettendo alle persone di usufruire delle ferie in base alle necessità”. 

Coronavirus, Amazon: “Concentrati su prodotti massima priorità”

Poi il chiarimento sui prodotti ad alta priorità. “Così come i clienti utilizzano l'e-commerce come strumento utile ai loro sforzi di distanziamento sociale, anche noi abbiamo adottato misure specifiche di distanziamento all'interno dei nostri centri di distribuzione affinché i nostri dipendenti possano lavorare in sicurezza. La combinazione di questi due elementi ci richiede di concentrare la nostra capacità disponibile sui prodotti che hanno la massima priorità e, a partire da sabato scorso, - così sostiene Amazon Italia - abbiamo smesso temporaneamente di accettare ordini su alcuni prodotti non prioritari su Amazon.it. Questa decisione consente ai nostri dipendenti dei centri di distribuzione di focalizzarsi sulla ricezione e spedizione dei prodotti di cui i clienti hanno più bisogno in questo momento. I clienti possono ancora ordinare molti di questi prodotti dai partner di vendita che effettuano direttamente le spedizioni. Comprendiamo che questo è un cambiamento per i nostri partner di vendita che utilizzano la Logistica di Amazon e apprezziamo la loro comprensione in questo momento in cui diamo priorità ai prodotti di cui i clienti hanno più bisogno”. 
 

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