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Martedì, 16 Aprile 2024
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Coronavirus, i lavoratori Ama al Prefetto: "Azienda non ci tutela. Proclamiamo stato di agitazione"

La lettera inviata anche alla sindaca Virginia Raggi e all'au Stefano Zaghis dalle rappresentanze sindacali unitarie

Continua il braccio di ferro tra la dirigenza di Ama, l'azienda partecipata dei rifiuti, e i suoi lavoratori. Al centro, dopo i tre casi di contagi accertati, le misure di protezione dal coronavirus per i dipendenti. In una lettera diffusa dall'agenzia Dire e diretta dalla Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) al prefetto di Roma, alla sindaca Virginia Raggi e all'amministratore unico Stefano Zaghis, i toni sono ancora molto duri. Troppa lentezza nell'assicurare ai dipendenti le misure di sicurezza anti contagio, mascherine e distanziamento durante i turni di lavoro, e una scarsa collaborazione di fondo con i sindacati. Queste le accuse che arrivano dopo oramai settimane di scontro aperto

"Proclamiamo lo stato di agitazione"

E adesso la proclamazione dello "stato di agitazione" con la richiesta di "attivazione della prevista procedura di raffreddamento e conciliazione di cui alla legge", ricordando che "la mancata chiusura degli uffici e delle attività aziendali non necessarie, se non con tempi lentissimi e non ancora completata, è solo uno dei tanti campanelli di allarme". Niente infatti si è voluto fare, a detta dei lavoratori, "per garantire la corretta distribuzione dei Dpi (dispositivi di prevenzione come le mascherine); evitare assembramenti in modo efficace se non con blandi cds e ods di pura formalità, peraltro neanche messi a conoscenza certa di tutti i lavoratori e spesso raccontati a modo loro dai preposti di turno; garantire un piano di servizi minimi essenziali"

Il freno della Commissione di garanzia

La lettera, lo precisiamo, è la seconda inviata al prefetto. La prima è stata firmata direttamente dalle sigle sindacali.  E in risposta alla minaccia di sciopero già avanzata dai confederali era intervenuta la Commissione di garanzia, invitando con un appello le parti sociali a tutelare sia i lavoratori che la prosecuzione della raccolta rifiuti, tra i servizi pubblici essenziali, invitando la Prefettura all'adozione "di ogni intervento necessario a garantire la continuità nella erogazione del servizio". 

Le richieste delle Rsu
 


Nonostante questo, le Rsu stanno comunque portando avanti al battaglia. Tra le richieste anche quella di "garantire procedure semplici e ferree differenziate per profilo professionale e garantire la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, per i lavoratori baricentrati e non solo; rendere note le modalità di igienizzazione dei locali e dei mezzi aziendali; garantire dietro procedure certe e tassativa la possibilità a tutta la fascia operaia operativa di potersi lavare a fine turno così come previsto dalla legge 81/2008; garantire per tempo corretta informazione ai cittadini affetti da Covid19 o posti in quarantena, in merito alle corrette operazioni da effettuare per conferire i rifiuti, nè procedure per tutelare chi ha effettuato in queste settimana la raccolta"

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