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Coronavirus a Roma: tra focolai post Europeo e variante Delta, ecco l'impennata della curva dei contagi

D'Amato: "Meno male che abbiamo un alto tasso di copertura vaccinale, altrimenti gli effetti dei festeggiamenti li avremmo pagati salati"

Dai 312 nuovi contagi a Roma nella settimana dal 22 al 28 giugno, fino ai 1766 positivi fatti registrare nella settimana dal 13 al 19 luglio. La curva dei nuovi casi è tornata a risalire in città. La variante Delta, i festeggiamenti post vittorie dell'Italia all'Europeo e le serate all'aperto (tra locali in spiaggia e camping), stanno facendo nuovamente tremare le istituzioni sanitarie. La Regione Lazio, tuttavia, ancora non ritiene sia il caso di alzare il livello di allerta. Ma la guardia, quella sì. 

I focolai e i casi i aumento a Roma

D'altronde basta guardare i grafici. Stando ai dati resi pubblici da Salute Lazio, si può notare come la curva sia in risalita a Roma. La prima impennata c'è stata nella settimana dal 6 a al 12 luglio quando i nuovi contagi sono passati dai 327 della settimana precedente, ai 645.

Un primo raddoppio che è suonato come campanello dall'allarme. Dal 13 luglio in poi, è iniziata la prima conta dei festeggiamenti dopo le vittoria dell'Italia agli Europei. Tra la partita contro il Belgio e quella contro la Spagna, in un pub di Monteverde sono stati individuati (numeri aggiornati al 20 luglio) 105 casi confermati, di questi 18 sono i cosiddetti casi secondari, ossia amici e familiari degli clienti e dei dipendenti.

Tra le persone risultate positivi, quella più giovane ha 9 anni. La maggior parte è comunque giovanissime, dei 105 casi, 92 hanno un'età inferiore ai 25 anni. Nelle prossime ore, sia avrà anche contezza precisa di quella che sarà la conta della sbornia dopo la vittoria della coppa, con tanto di sfilata a Roma che l'assessore alla sanità laziale Alessio D'Amato ha ribattezzato 'effetto Gravina': "I casi sono ancora destinati ad aumentare per l'effetto del calo di tensione in occasione dei festeggiamenti per gli Europei, che durerà ancora alcuni giorni. I positivi sono perlopiù giovani ancora non vaccinati e questo significa, ancora una volta, quanto sia importante vaccinarsi e raggiungere l'immunità di gregge".

Ma l'aumento dei contagi  non è dovuto solamente ai festeggiamenti per l'Italia del pallone. Ad Ostia, infatti, c'è un focolaio con 26 giovani contagiati, dopo una serata danzante in un locale sulla spiaggia. Al Portuense, in un centro estivo, invece si sono verificati 10 casi, di cui due secondari. E poi ancora un altro, sempre in un centro estivo, alla Balduina.

I vaccini come deterrente

L'unica arma per limitare il rischio, martella l'assessore D'Amato, è il vaccino. "Meno male che abbiamo un alto tasso di copertura vaccinale, altrimenti gli effetti dei festeggiamenti li avremmo pagati salati. - ha detto ieri a margine della consegna degli attestati di benemerenza agli operatori sanitari della Tuscia impegnati nell'emergenza Covid, avvenuta a Viterbo - Non oso pensare a cosa sarebbe successo se il calo di tensione era accompagnato a una bassa copertura vaccinale. La vaccinazione completa previene il ricovero in terapia intesiva del 97% e i decessi del 95% secondo i dati dell'ISS. Ancora una volta la fatica di recuperare il mancato rispetto delle regole ricade sulle spalle degli operatori sanitari a cui va tutta la mia riconoscenza per il lavoro che stanno svolgendo".

La buona notizia arriva dagli ospedali

La buona notizia, comunque, c'è e arriva dai reparti degli ospedali. Al momento, i pazienti gravi, sono 29 in tutto il Lazio. "Lo scenario ospedaliero in cui ci troviamo finora è quello più basso. Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica attualmente è di appena il 2%, 38 punti in meno la soglia di allerta, così come il tasso di occupazione in terapia intensiva pari al 3%, è 10 volte più basso della soglia di allerta. Pertanto, in queste condizioni, non vi è alcuna esigenza di aprire posti letto Covid", assicurano dall'Unità di Crisi regionale. 

Un dato confermato anche dallo stesso D'Amato, che lo ribadisce però con qualche nota polemica: "La situazione è sotto controllo e nel Lazio i casi attualmente positivi complessivi sono la metà di altre grandi regioni, quindi nessun allarme e vaccinarsi. Ancora una volta ricadono sulle spalle del SSR e dei suoi operatori, l'onere e gli effetti del calo di tensione".

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