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Concorso Rai, 3700 candidati alla Fiera di Roma. Scatta la protesta: “Giornalisti esposti al contagio”

L’appello di alcuni aspiranti giornalisti Rai ammessi alla preselettiva: “Si valuti rinvio e organizzazione test nelle sedi regionali”

Per tutti è l’occasione della vita, la chance per entrare nel servizio pubblico dell’informazione; per molti però, oggi, è anche motivo di ansia e preoccupazione visto l’aumento dei contagi da Coronavirus. Conto alla rovescia agli sgoccioli verso la prova del concorso Rai per l’assunzione di 90 giornalisti professionisti da destinare alle sedi regionali. In tutto 3722 i candidati alla preselettiva che per tutti si terrà sabato 10 ottobre alla Fiera di Roma. Prevista una data alternativa (previo espressa richiesta) solo per chi professa l’ebraismo visto che la data scelta cade il giorno dello Shabbat, la festività ebraica del riposo. 

Concorso giornalisti Rai: le misure anti-Covid 19

La Rai ha assicurato protocolli stringenti per lo svolgimento della selezione: a disposizione sette padiglioni, di cui due destinati all’accoglienza, per consentire il mantenimento delle distanze tra i candidati; ingressi con orari scaglionati e percorsi prestabiliti; mascherina obbligatoria, misurazione della temperatura (chi ha più di 37.5 sarà isolato e non potrà sostenere la prova); postazioni d’esame a due metri di distanza e pennarello ad uso esclusivo per firmare il registro delle presenze. Norme logistico-organizzative stringenti che per alcuni dei candidati al concorso Rai non bastano. 

L'appello degli aspiranti giornalisti Rai: "Rischio assembramento"

“Nonostante le rassicurazioni resta il fatto che i test di selezione, come ad esempio quelli di Medicina, hanno dimostrato come, in caso di concorsi o esami a così larga partecipazione, gli assembramenti si siano ugualmente verificati nonostante l’ingresso a scaglioni” - scrivono nel loro appello i candidati contrari alla prova comune nei padiglioni della Fiera di Roma. 

Firme per il rinvio del concorso Rai: "Si faccia nelle sedi regionali"

Preoccupa anche l’aspetto dei trasporti: “In migliaia si metteranno in viaggio, da tutta Italia, anche da quelle zone considerate particolarmente a rischio, prenotando aerei, treni, pullman e alberghi. In questo momento così delicato, che coincide con l’apertura delle scuole, la Rai avrebbe dovuto considerare la possibilità di spostare la preselezione, che ricordiamo avviene mediante la compilazione di un quiz a risposte multiple, nelle sedi regionali scelte o pensare comunque a un rinvio in attesa di capire l’evoluzione della situazione. Mettere a repentaglio la salute dei giornalisti, in un momento del genere - sottolineano i firmatari dell’appello - appare un gesto irresponsabile da parte dell’azienda. Per quanto grande sia la zona scelta per la selezione, che avrà la durata di sei ore, parliamo sempre di quasi 4mila persone costrette a respirare la stessa aria per lungo tempo e che, a seconda delle necessità, dovranno usare anche i servizi igienici”. 

La Rai: "Prova concorso in sicurezza"

L’invito rivolto alla Rai da alcuni degli ammessi alla preselettiva è quello di considerare, per la prova del concorso bandito nel giugno del 2019 che era attesa tra gennaio e febbraio scorsi, un rinvio per l’organizzazione nelle sedi regionali scelte da ogni candidato, “per la sicurezza dei giornalisti e delle loro famiglie”. Ipotesi remota: “La prova - ha scritto viale Mazzini ai concorrenti - si svolgerà nel pieno rispetto della normativa vigente per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19”. 
 

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