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Martedì, 16 Aprile 2024
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Nel 2021 a Roma hanno chiuso 2000 aziende

In cima alla classifica delle chiusure il settore manifatturiero, resiste l’edilizia con un saldo positivo di 84 imprese

Un anno nero per il settore produttivo di Roma: nel 2021 hanno chiuso infatti 1.992 imprese. In cima alla classifica il settore manifatturiero che di imprese ne ha perse 837 in soli dodici mesi. Ha resistito, invece, il settore edile che ha chiuso l’anno appena trascorso con un saldo positivo di 84 imprese. I dati di Unioncamere hanno fotografato uno dei peggiori risultati degli ultimi 20 anni.

E se il 2021 è un anno da lasciarsi alle spalle, il 2022 non è iniziato con un’inversione di tendenza. Basta leggere i dati forniti dall’Osservatorio Confimprese-EY sui consumi di mercato a gennaio per constatare una diminuzione del 20% circa – a Roma e nel Lazio – nell’ambito di ristorazione, abbigliamento e retail non food rispetto al mese di gennaio del 2020, quindi prima della pandemia. 

Il settore manufatturiero ha perso 837 imprese

Serrande abbassate, negozi chiusi e strade ancora deserte. Il commercio a Roma ha pagato – e sta pagando ancora – un prezzo altissimo. La crisi economica, scaturita dallo scoppio della pandemia, ha messo in ginocchio piccole e grandi realtà. Tutti i settori hanno subito un arretramento: in primis, il manifatturiero che perde 837 imprese, seguono (a pari chiusure) il settore alimentare e l’abbigliamento con -144, poi lavorazione del ferro, -157, lavorazione del legno, -116. Non va meglio per autoriparazione, -221, riparazione dei beni, -159, artigianato legato alla ristorazione con -189 imprese, mentre il settore dei servizi alla persona subisce una riduzione di 172 imprese.  Una novità ha riguardato il settore edile che ha chiuso con un saldo positivo di 84 imprese, 8 nella produzione di software e consulenza informatica.

“Le politiche sviluppate da Roma Capitale, a partire dal 2003 per arrivare al 2019, non solo non hanno prodotto gli effetti desiderati ma, in alcuni casi, hanno favorito l’ulteriore indebolimento del commercio tradizionale. I nodi strutturali che nel corso di questi ultimi anni hanno fortemente degradato sia la qualità del contesto urbano che l’immagine nel mondo della città, vanno affrontati con forza e velocità: le problematiche relative al ciclo dei rifiuti, la manutenzione urbana (strade, verde, decoro), il trasporto pubblico e la sicurezza dei territori” ha commentato il presidente di Confartigianato Roma, Andrea Rotondo. 

Consumi in calo anche a gennaio di quest'anno

Poco incoraggianti i dati di inizio anno: nel mese di gennaio 2022 il trend dei consumi a Roma e nel Lazio si aggira intorno al -19% per la città e -20% a livello regionale rispetto al gennaio di due anni. Tuttavia su scala nazionale, Roma è riuscita in parte ad attutire l’impatto della pandemia, maggiormente dannoso in altre città italiane. “Recrudescenza della pandemia, inflazione e caro energia impattano negativamente sulla stabilità dell’economia e gelano la propensione all’acquisto dei consumatori” ha spiegato Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese. 

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