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Nel Lazio anche la circoncisione rituale verrà praticata in ospedale

A praticarla saranno i reparti di chirurgia generale pediatrica del San Camillo-Forlanini e del Policlinico Umberto I

Nel Lazio anche la circoncisione rituale sarà fatta in ospedale nel rispetto quindi delle culture e delle religioni altre. La regione ha infatti aggiornato il Cur (Catalogo unico regionale) con un'apposita determinazione che prevede che la circoncisione sia erogata nell'ambito del servizio sanitario regionale.

"Nel Lazio sono state firmate le nuove linee guida che oltre alla circoncisione terapeutica prevedono la possibilità di effettuare la circoncisione rituale in piena sicurezza ed in ambiente ospedaliero. - ha detto l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato - E' una decisione importante che va nella direzione di garantire la massima pluralità religiosa. E' importante garantire questo intervento in un ambiente protetto e visite ed esami sia pre che post intervento. Abbiamo accolto l'appello delle Società scientifiche di inserire la circoncisione rituale all'interno del Catalogo Unico Reginale - CUR al fine di rimuovere cause di ordine economico che impediscono alle famiglie di accedere all'intervento chirurgico in ambiente ospedaliero ed in piena sicurezza per il paziente. Difficoltà economiche e non conoscenza possono portare a pratiche illegali che mettono a rischio la salute a volte anche a rischio di vita per infezioni o emorragia". 

"Ringraziamo la Regione Lazio per averci ascoltato. Oggi arriva la decisione importante che aspettavamo per quanto riguarda la nostra proposta sulla circoncisione rituale, per combattere quelle 'fai da te' e clandestine. In questi ultimi 3 anni abbiamo registrato un aumento delle circoncisioni clandestine del 40% e del 15% delle complicanze sui bambini. Urge tutelare tutti i bambini e dare raccomandazioni dal ministero della Salute a tutte le Regioni di inserire l'atto della circoncisione nel Ssn come hanno già fatto alcune Regioni accogliendo il nostro appello e inserendo le nostre statistiche nelle delibere". Così il presidente della Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) e dell'Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) Foad Aodi.

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