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Il Comune si dimentica dei cimiteri: dal Flaminio al Verano tra rischio crolli e attese eterne per le cremazioni

A Prima Porta tre palazzine sono chiuse da quasi un anno. Al Verano si aspettano importanti interventi di manutenzione. Ama sollecita il Campidoglio ma nulla si smuove

Mura che cadono a pezzi, palazzine chiuse per pericolo crolli (da quasi un anno), atti vandalici continui sulle lapidi, furti di rame e metalli, verde incolto e bagni usati dai senzatetto come ricoveri di fortuna. Per il 2 novembre, giornata della commemorazione dei morti, tanti romani andranno a trovare i loro cari. E ad accoglierli nei cimiteri capitolini gestiti da Ama, troveranno il solito scenario desolante.

Pericolo crolli al Flaminio

Al Flaminio, il più grande d'Europa nel quartiere Prima Porta, in via del tutto eccezionale per il weekend alle porte, il Campidoglio ha deciso di aprire alle visite gli edifici O-P-Q interdetti da gennaio 2019, ma solo fino al 10 novembre. Le strutture sono state messe in sicurezza in via provvisoria, ma gli interventi definitivi di manutenzione con rifacimento del lastrico solare aspettano ancora di essere affidati con un bando di gara, nonostante le sollecitazioni da Ama al Comune e gli stanziamenti presenti nel bilancio triennale 2018-2020. Tutto fermo. Ferri ossidati in vista, intonaci distaccati in più punti e infiltrazioni d'acqua diffuse. Stessa fotografia di un anno fa. 

Le attese eterne per le cremazioni

Altra emergenza, ammessa da Ama stessa, riguarda le cremazioni. Sempre al Flaminio è presente l'unico impianto della città che serve anche diverse zone sprovviste del centro Italia. La domanda è aumentata negli ultimi anni e lo spazio a disposizione non basta più. Così accade che si attendano settimane, fino oltre un mese, per la sepoltura di un defunto. La partecipata dei rifiuti, che da contratto di servizio si occupa dei servizi cimiteriali, lo fa presente dal 2016. Servono fondi per la realizzazione di nuovi forni e per la manutenzione di quelli esistenti. 

I solleciti di Ama

Nel 2017 dagli uffici di via Calderon de la Barca partono ben otto relazioni inviate al Comune, che RomaToday ha potuto visionare, con tanto di prospetti di risorse necessarie per gli interventi più urgenti. Non solo al Flaminio. Si va dai 549mila euro per riqualificare l'impianto di cremazione, ai 615mila per l'acquisto di 28 nuove celle frigo a Prima Porta ai 935mila per lavori di manutenzione straordinaria sui manufatti del cimitero Laurentino ai 6 milioni per un progetto di ampliamento sempre del cimitero di Roma sud. Di manutenzione urgente si parlava anche per il Flaminio dal 2016. Niente o quasi è stato fatto.

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"Sono anni che dai banchi dell'opposizione faccio presente lo stato in cui versano i cimiteri di questa città" spiega a RomaToday il consigliere di Fratelli d'Italia Francesco Figliomeni. "Vi è una grandissima responsabilità politica nella chiusura delle palazzine al Flaminio, 4mila famiglia non hanno potuto visitare i propri cari in questo anno e non potranno visitarli per molto tempo anche dopo il 10 novembre". A sua firma l'ultima delle tante interrogazioni diretta alla sindaca, stavolta sulle condizioni di degrado riscontrate nel cimitero monumentale del Verano, e due esposti inoltrati alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti. 

Esposti e denunce

Centinaia di pagine che riportano tra gli allegati anche le tante comunicazioni firmate nel 2018 dall'allora ad di Ama Lorenzo Bagnacani, dirette quando al dipartimento Ambiente, quando alla sindaca Virginia Raggi. Lunghi carteggi in cui si sollecita a intervenire in maniera strutturale sulle tante criticità descritte. Del 22 agosto 2018 una lettera firmata dal direttore dei cimiteri capitolini, dottor Maurizio Campagnani, dove si parla di cimiteri "avviliti da un forte deperimento delle strutture ultradecennali, soprattutto nel cimitero Verano" e di come non ci sia stato "nessun riscontro nonostante l'approvazione a opera della Giunta capitolina nell'agosto del 2017 di un'apposita memoria contente precisi indirizzi". 

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