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Una 'ciclabile umana' per chiedere che Roma diventi 'Città 30'

Martedì 24 gennaio i ciclisti urbani si sono dati appuntamento in via Tuscolana per chiedere che il Comune acceleri sull'istituzione di zone 30

A poco più di un mese dalla prima manifestazione organizzata per chiedere interventi concreti per aumentare la sicurezza stradale, le associazioni cicloambientaliste tornano in strada per la seconda “Ciclabile Umana” a Roma. 

L'iniziativa, ribattezzata "Fatece largo", è in programma per martedì 24 gennaio dalle 7.30 alle 9.30 in via Tuscolana, all'angolo con via dei Lentuli, ed è finalizzata: "Una vera transizione ecologica dei trasporti e una conversione alla mobilità sostenibile può limitare i rischi per tutti coloro che si muovono in strada, non solo ciclisti e pedoni ma anche automobilisti - spiegano le associazioni - La ciclabile umana è una manifestazione simbolica e si snoderà come una sorta di barriera fisica a protezione della pista ciclabile e delle persone che ogni giorno pedalano in città". Oltre a Roma, i ciclisti scenderanno in strada anche a Bologna, Torino, Milano, Treviso, Firenze, Roma, Cagliari. 

Che cos'è la Città 30

Se la volta scorsa l’attenzione si era però concentrata sul ripristino dei fondi per la ciclabilità e su misure più incisive per la sicurezza stradale, stavolta l’attenzione è rivolta alla realizzazione delle Città 30. E cioè un modello di città in cui la mobilità è divisa in due macro aree: da un lato le strade che incanalano il flusso del traffico urbano, ovvero le maggiori arterie urbane, e dall’altro i quartieri dove gli abitanti potrebbero spostarsi senza dover necessariamente utilizzare l’automobile.

In queste aree, la velocità massima dei motoveicoli e degli autoveicoli non deve essere maggiore di 30 km/h invece dei consueti 50 km/h previsti dal codice stradale in ambito urbano. Una minore velocità che permetterebbe una migliore convivenza tra auto, biciclette e pedoni e quindi una ridotta pericolosità, in linea con il Piano Nazionale della Sicurezza stradale 2030, il cui obiettivo è dimezzare il numero di morti, e con il Piano Generale della Mobilità Ciclistica varato dal Governo nell’agosto 2022.

La conferma di Patanè: Roma Capitale lavora all'aumento delle zone 30

Il tema è stato affrontato anche dall'assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè: "L'obiettivo che ci siamo posti, che si inserisce nel solco del programma ‘Vision Zero’, è di ridurre entro 3 anni del 20% i decessi ed i feriti gravi ed entro 10 anni del 50% - ha detto a RomaToday - Sulle strade di viabilità secondaria dovremmo arrivare ad avere limiti di velocità a 30 chilometri orari quasi ovunque, mentre sulle grandi arterie la manutenzione stradale, il ripensamento degli incroci e delle intersezioni più pericolose dovranno garantire la messa in sicurezza dell’infrastruttura".

"Anche Roma può e deve diventare Città 30 sull’esempio di altre città italiane come Olbia e Cesena dove i benefici sulla vivibilità sono stati tangibili - insistono le associazioni - Mentre Bergamo, Torino, Bologna e Milano hanno avviato i percorsi per diventare Città 30 e finalmente rendere le città più vivibili per le persone, con spazi più democratici per tutti gli utenti della strada, dove spostarsi è più sicuro, incidendo in tal modo sul tragico ed evitabile problema dell’incidentalità stradale. La Città 30 non è solo semplicemente un limite massimo di velocità dei veicoli ma un diverso modo di concepire lo spazio urbano a favore delle persone e un ripensamento della mobilità".

"Più biciclette ci sono in circolazione, meno sono le automobili, minore sarà il rischio di impatto tra veicoli, ma occorre investire in tale settore anche a livello urbanistico e culturale", continuano le associazioni, riunite sotto l'egida di Salvaiciclisti Roma e Fiab Lazio (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta). La manifestazione si svolgerà in maniera statica, pacifica ed è aperta all’adesione e alla partecipazione di associazioni e cittadini.

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