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Casa Nunzio, il cohousing innovativo che accoglie il disagio psichico e "insegna" l'autonomia

Progetto finanziato da Roma Capitale, si trova a Borgata Finocchio. Attualmente ospita quattro persone dai 33 ai 66 anni che gestiscono, supervisionati da operatori qualificati, le attività quotidiane

A Borgata Finocchio, periferia est, da agosto 2020 c'è un appartamento che ospita chi è stato interdetto dal tribunale o chi è in amministrazione di sostegno: soggetti che vedono ridimensionata o azzerata la loro capacità di agire, soprattutto se si tratta di gestire denaro e vengono per questo posti dal giudice sotto la tutela del sindaco. Persone quasi sempre con disagi psichici, senza una famiglia alle spalle o con familiari che non possono prendersene cura.

Chi sono gli ospiti

Si chiama Casa Nunzio, è un'esperienza di co-housing finanziata dal comune (dipartimento politiche sociali) e gestita - almeno fino a luglio, quando scadrà il bando - dalla cooperativa Il Cigno, con quattro posti letto, una cucina, due bagni e una sala comune. C'è poi un quinto posto riservato alle emergenze, per situazioni temporanee: "L'ultima ospite è stata una donna - spiegano da Casa Nunzio - reduce da una lunghissima isituzionalizzazione sanitaria, durante la quale non erano riusciti a ricostruire la sua identità. Noi l'abbiamo accolta, siamo riusciti a darle un nome e poi ha proseguito il suo percorso di vita e di cura". L'appartamento nasce come coabitazione mista: ad oggi sono tutti uomini, dai 33 ai 66 anni, ma è solo un caso. Le loro vite sono segnate da ricoveri in istituti psichiatrici, residenze sanitarie assistenziali, esperienze di vita in strada. 

Gli obiettivi di Casa Nunzio

Il soggiorno non ha limiti (c'è chi resta un anno, chi dieci, l'obiettivo è il raggiungimento di un'autonomia più ampia possibile) e non ha un costo, ma ogni ospite contribuisce con 200 euro al mese ad una sorta di "cambusa" per le spese settimanali, che vengono fatte in autonomia con la supervisione degli operatori della cooperativa. Si cucina e si fanno le pulizie a turno e quando possibile si organizzano gite e visite culturali ("anche se con il Covid questa parte del progetto ha subito una frenata importante"), c'è anche chi frequenta un centro diurno spostandosi indipendentemente con la metropolitana. "Stiamo rifacendo la mappatura delle attività fattibili in zona - spiegano - aspettando che l'emergenza finisca e si possa uscire e frequentare tutti i luoghi in sicurezza". Anche perché, per quegli assistiti che ne siano in grado, sono previsti anche percorsi di avvicinamento al lavoro. 

Chi era Nunzio

Il co-housing si chiama così in memoria di Nunzio, un utente storico dell'ufficio tutela amministratori di sostegno di Roma Capitale: per oltre dieci anni ha frequentato gli operatori comunali, instaurando un rapporto di fiducia diventato affetto. "Quando gli è stata assegnata una soluzione abitativa - raccontano - ha voluto che andassimo a trovarlo ogni settimana. Eravamo diventati noi la sua famiglia, l'unica che aveva". 

La visita dell'assessora Funari

La mattina dell'11 febbraio l'assessora alle Politiche Sociali di Roma Capitale, Barbara Funari, ha fatto visita a Casa Nunzio, in occasione della giornata mondiale del malato. “La sfida, raccolta dall’Assessorato - ha spiegato l’assessora - è stimolare gli ospiti a raggiungere una loro autonomia recuperando una dimensione quotidiana del vivere, a partire dai piccoli gesti e attività. Conoscere le storie e le passioni dei 5 ospiti è stata, in questa giornata dedicata al malato, un’esperienza umana molto significativa".

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