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Dove si trovano i bunker a Roma

Realizzati tra il 1939 e il 1943, alcuni sarebbero utilizzabili ancora oggi ma con dotazioni adatte alla potenza di fuoco dell'epoca

Con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, scaturita dall'invasione dell'esercito di Mosca e le conseguenti severe sanzioni economiche stabilite dalla comunità europea nei confronti del Paese rigidamente governato da Putin, l'equilibrio internazionale è stato sempre più messo in discussione, tanto da far temere l'espansione del conflitto e una possibile Terza Guerra Mondiale. Per questo in molti si chiedono come sarebbe possibile proteggersi dai bombardamenti, anche in città come la nostra. 

A Roma, infatti, non pochi si stanno informando sulla possibilità di realizzare dei rifugi antiaerei, se non addirittura antinucleari. E c'è chi si chiede: a Roma ci sono bunker esistenti che potrebbero essere utilizzati in casi estremi? La risposta va divisa in due: sì, esistono dei bunker. Sulla possibilità di utilizzarli, questo non è detto e adesso vediamo perché. 

Dove si trovano i bunker a Roma

I due più famosi sono indubbiamente quello di Villa Torlonia e quello a Villa Ada. Il primo fu chiesto da Benito Mussolini, sotto la sua sfarzosa residenza all'interno del parco storico sulla via Nomentana. Il secondo fu un'iniziativa del re Vittorio Emanuele II, a circa 350 metri in linea d'aria dalla residenza di Villa Savoia. Non molti sanno, però, che esistono almeno altri tre bunker a Roma: all'Eur, a piazza Venezia e sotto Palazzo Valentini, sede dell'ex provincia e della prefettura. 

Il bunker mai utilizzato da Mussolini

Il rifugio antiaereo fatto realizzare dal duce non vide mai il dittatore fascista calpestarne i corridoi interni. Mussolini, infatti, venne arrestato il 25 luglio 1943 e il bunker non era ancora concluso. I bombardamenti Alleati sempre più frequenti spinsero il governante a chiedere la trasformazione innanzitutto della cantina, sotto al laghetto Fucino, che venne attrezzata a metà del 1940. Aveva doppie porte blindate e un sistema antigas di filtraggio e rigenerazione dell'aria, illuminazione a batteria, un gabinetto e un telefono, pronto soccorso e un materasso. Nel 1941 Mussolini decise di creare un secondo rifugio, più comodo, nel Casino Nobile. I locali furono rinforzati fino a 120 centimetri di spessore, in cemento armato, con un sistema di depurazione e ricambio dell'aria. Il bunker, invece, arrivò dopo: la sua costruzione iniziò a fine 1942. La struttura blindata si trova a oltre 6 metri di profondità sotto il piazzale antistante il Casino Nobile, la planimetria è a forma di croce e a proteggere le gallerie circolari ci sono 4 metri di cemento armato. La destituzione di Mussolini e il conseguente arresto lasciarono incompiuta l'opera, che manca delle porte blindate e del sistema di depurazione dell'aria, rendendolo quindi più un luogo da visitare che un rifugio affidabile in caso di guerra. 

Il rifugio Savoia 

Realizzato tra il novembre 1942 e il maggio 1943, quindi contemporaneamente al bunker incompleto di Villa Torlonia, si trova nella zona del casale delle Cavalle Madri. Il rifugio poteva accogliere le autovetture al suo interno, comodità richiesta dal re in quanto distava 350 metri dalla residenza Savoia, più a nord. La struttura è a ciambella, con una galleria a doppia curva per l'accesso e un portone a due battenti a fare da primo impedimento: entrambe le ante pesano quasi 2 tonnellate ciascuna e sono state realizzate colando il cemento dentro una porta di ferro spessa 20 centimetri. Cuore del bunker è una stanza ad alta pressione d'ispirazione tedesca con un sistema di filtri per depurare e ricambiare l'aria, ma soprattutto un sistema autonomo che anche in assenza di elettricità permetteva il funzionamento dell'impianto. Attualmente non è visitabile. 

Il bunker dell'Eur

L'ingresso è da piazzale Konrad Adenauer 8, sotto il palazzo degli Uffici. Voluto anche in questo caso da Mussolini, lo scopo non era però quello di proteggere il dittatore e la sua famiglia, bensì i funzionari che controllavano i lavori di realizzazione dell'esposizione universale, che non si tenne mai a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Costruito tra il 1937 e il 1939, si trova a quasi 33 metri di profondità e si estende per 475 metri quadri, può ospitare fino a 300 persone per almeno 4 mesi. E' aperto periodicamente per visite guidate.

I sotterranei di Palazzo Valentini

Mentre veniva concluso il bunker di piazzale Adenauer, ecco che veniva realizzato anche quello nel piano interrato di Palazzo Valentini, a due passi da piazza Venezia, su iniziativa dell'amministrazione provinciale. Era l'inverno 1939: ad aprile l'Italia avrebbe occupato l'Albania e poco prima Hitler aveva deciso l'invasione della Polonia, con conseguente dichiarazione di guerra da parte di Francia e Inghilterra. Per questo il governo provinciale ritenne opportuno dotate la sede di un ente territoriale di una protezione riservata agli impiagati in caso di bombardamento o attacco chimico. Il rifugio era stato costruito in  cemento armato con murature e solai spessi dai 20 ai 40 centimetri, con due gallerie di comunicazione e un cunicolo di uscita scavato fino al Foro Traiano. Abbandonato per decenni, fin quasi allo smantellamento, è stato poi recuperato e restaurato e oggi è parte del percorso archeologico delle Domus Romane, aprte al pubblico con modalità limitate.

Il bunker di piazza Venezia

Sede del governo scelta da Mussolini alla fine del1929, palazzo Venezia in tempo di guerra era ovviamente un obiettivo sensibile. E' Roma Sotterranea ad aver ispezionato gli ambienti sotterranei, sotto una delle due torri quattrocentesche del complesso: l'accesso è tramite una scala in mattoni. Il bunker è a pianta quadrata, suddiviso in 9 quadrati regolari, con un ambiente centrale ad oggi inaccessibile, per un totale di 72 metri quadrati di estensione. 

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