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La ripartenza secondo il san Calisto: "Contro gli assembramenti eventi culturali in ogni piazza di Trastevere"

Nessuna nostalgia per la Trastevere di 50 anni fa, ma “servono parcheggi, mobilità e tante occasioni diverse per stare insieme”, dice a Roma Today lo storico esercente trasteverino

Locali chiusi ed economia in crisi, da un lato. La voglia di normalità e i giovani a caccia di vita sociale, dall'altro. Anche dal 26 aprile, la ripartenza vivrà sul difficile equilibrio tra questi aspetti. Trastevere è in questo senso un avamposto speciale: quartiere dove i locali la fanno da padrone, è anche meta di giovani da tutta Roma. 

Lo storico rione al di là del fiume romano oggi è diverso, e non per questo peggiore. Anzi, per alcuni versi migliore di quel quartiere popolare e di periferia che ha in parte plasmato la storia di Roma. E che però, allora, ha bisogno di “iniziative, cultura e socialità” per fare “il salto di qualità”. E’ questo il parere di Marcello, per tutti Marcellino, lo storico gestore dell’altrettanto storico bar San Calisto, conosciutissimo e frequentatissimo da tanti giovani romani. In un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera di Roma, l’esercente trasteverino ha dichiarato che "servono più controlli" da parte delle forze dell’ordine per evitare momenti spiacevoli, “risse” e le stradine nascoste di Trastevere “piene di ubriachi a centinaia”.

“Così il quartiere si è trasformato”

“Ho visto trasformarsi questa zona profondamente negli ultimi anni”, spiega Marcello raggiunto al telefono da Roma Today: “Commercialmente, certo, va molto meglio di cinquanta anni fa. Una casa che costava 50 milioni oggi costa 200mila euro e questo ha avuto delle conseguenze. C’è un diverso modo di vivere, un po’ più altolocato, a Roma si dice “fichetto”: una volta qui c’erano al piano terra dieci persone a vivere con un solo bagno, c’erano forni e piccoli alimentari. Era un quartiere di periferia”. Nessuna nostalgia, però, per il passato: “Io preferisco Trastevere per come è adesso”, aggiunge, “ma serve che sia un po’ più regolata e vivibile”. Qualche esempio? “Qui non c’è un parcheggio ampio in cui chi voglia venire possa trovarsi comodo, e così ogni sabato sera c’è l’incubo sosta che conosciamo. Vorrei che le istituzioni fornissero soluzioni sui trasporti”.

“Cultura e spazi per i ragazzi”

E poi il tema cultura: “Si devono aumentare le offerte all’aria aperta, quindi dare spazio e possibilità a tutti quelli che hanno una buona idea”, aveva spiegato al Corriere della Sera. “Servono più attività in giro”, incalza ora con Roma Today: “Ricordo qui musica, cinema, la balera, una possibilità per tutti. Vorrei che le persone si potessero rivedere in sicurezza, certo tutti ammucchiati da una parte non può andare bene. In ogni piazza ci siano allora tanti piccoli eventi culturali così da rispettare le regole della pandemia. L’arena per i film all’aperto deve tornare. E poi”, conclude, “la scuola. Quel che ho raccontato succede perché i ragazzi non ce la fanno più a stare chiusi in casa; così, appena possono uscire, si riversano e capisco poi bevano, è normale. Servono posti a misura per loro, devono tornare aperti gli oratori, i gruppi, le attività sul territorio”.

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