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Coronavirus Roma, cluster familiari e riaperture: l'effetto Natale sul Lazio sull'aumento dei contagi

Il direttore dello Spallanzani: "Noi siamo stati abbastanza ligi nel rispettare per esempio l'obbligo delle mascherine. Quando però ci è stata data libertà ne abbiamo approfittato e questo ci deve indurre ad essere più attenti"

Da una parte i cluster familiari, dall'altra le riaperture. Sono queste le due cause più grandi che, secondo gli esperti, stanno portando ad una risalita della curva dei contagi nel Lazio. Secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero della Salute - e la conseguente ordinanza del ministro Roberto Speranza - il Lazio resta in zona gialla ma questo non fa dormire sonni tranquilli all'assessore alla sanità regionale.

"Dobbiamo correre nelle vaccinazioni più della variante e occorre mantenere un estremo rigore anche aldilà dei colori. - ha detto ieri D'Amato - Questo significa che, se anche una Regione dovesse in questa fase rimanere in zona 'gialla' in futuro, non significa assolutamente abbassare la guardia, anzi devono aumentare i livelli di attenzione poiché le minori restrizioni rischiano di far impennare improvvisamente la curva. Il tema dei colori non è una classifica, noi ci affidiamo alle valutazioni dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), ma semplicemente una lettura dell'andamento della curva. La questione fondamentale è in questo momento avere più dosi di vaccino a disposizione. Dobbiamo correre".

D'altro canto l'aumento dei contagi negli ultimi giorni tiene tutti con il fiato sospeso. Così come preoccupa anche la pressione sugli ospedali che non accenna a diminuire.

"In quest'ultima settimana sono raddoppiati il numero di nuovi focolai di trasmissione in particolar modo relativi ad ambito familiare ed è aumentata la percentuale di positività nei tamponi effettuati. Questo ci deve portare alla massima cautela", ha aggiunto D'Amato.

Ma i timori dell'Assessore sono condivisi. "Al momento le Uscar (Unità mobili speciali di continuità assistenziale regionali, ndr) stanno lavorando a pieno ritmo. La metà degli interventi riguarda le Rsa, l'altra metà è per le visite domiciliari. Nella maggior parte dei casi, purtroppo, si tratta di Covid-19 che sviluppa cluster familiari", ha detto, all'agenzia Dire il segretario della Fimmg di Roma e provincia e coordinatore delle Uscar, Pier Luigi Bartoletti.

"Avevamo detto che le feste avrebbero portato un aumento dei casi per colpa degli assembramenti, e così sta avvenendo - ha sottolineato Bartoletti - Ora stiamo assistendo agli effetti dei giorni di Natale, tra qualche giorno avremo quelli per Capodanno ed entro il 21 gennaio quelli per l'Epifania. E' un vero peccato, perché ci stiamo avviando verso la primavera e le vaccinazioni proseguono a ritmo serrato. Serve l'ultimo sforzo, bisogna ragionare in prospettiva. Ma temo che vivremo ancora dei giorni difficili".

Che la situazione, almeno per il momento, si sia nuovamente complicata lo sottolinea anche il direttore scientifico dell'Istituto per la malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito: "Noi abbiamo avuto" di nuovo "un 'picchetto'", un piccolo balzo nei numeri di Covid-19. "Fra il 30 dicembre e due giorni fa abbiamo aumentato di un 30% il numero dei positivi e questo è l'effetto della grande riapertura e forse anche di qualche stravizio natalizio".

Ippolito, ieri ospite di 'Agorà' su Rai 3, ha fatto riferimento in particolare all'allentamento delle chiusure che è avvenuto prima delle feste in diverse regioni d'Italia con il passaggio in fasce di rischio più basse e la riapertura di alcune attività. L'esperto ha riflettuto anche sulle restrizioni e sull'adesione alle misure da parte degli italiani, facendo un confronto con l'estero.

"Noi siamo stati abbastanza ligi nel rispettare per esempio l'obbligo delle mascherine. Quando però ci è stata data libertà ne abbiamo approfittato e questo ci deve indurre ad essere più attenti".

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