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Immuni nel Lazio, al via la sperimentazione: "Così garantiamo privacy al 100%"

Dopo una settimana di sperimentazione in quattro regioni, da lunedì è attiva per tutti l'app per tracciamento dei contatti. Il premier Conte: "Scaricatela con sicurezza, serenità e tranquillità"

L'app Immuni è attiva anche nel Lazio. Forte di oltre 2 milioni di download, si è ora aperta la fase della sperimentazione in tutta Italia.

La diffusione su tutto il territorio nazionale servirà a testare l'efficacia dell’app nell'individuazione degli eventuali contatti degli utenti con persone positive al Coronavirus, permettendo loro di rivolgersi al medico di famiglia o alle strutture preposte. Un'app che non prevede la geolocalizzazione degli utenti né richiede dati personali sensibili all'atto dell'installazione sul proprio smartphone, a garanzia di tutela della privacy: tutela garantita ulteriormente da Mobisec, azienda che dal 2017 certifica la cyber security in ambito mobile, che ha effettuato approfonditi test di sicurezza sull’app per verificarne l’affidabilità.

La Regione Lazio potrà così sommare Immuni all'app DoctorCovid, dedicata ai sanitari, per gestire le persone in quarantena a domicilio e monitorare cittadini a casa con sintomi.

Il sistema è basato sulla tecnologia Bluetooth Low Energy e non utilizza appunto dati di geolocalizzazione di alcun genere, inclusi quelli del GPS. L'app non raccoglie e non è in grado di ottenere alcun dato identificativo dell'utente, quali nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email.

"Lavoriamo da anni per garantire la sicurezza delle applicazioni mobile delle principali aziende nei più disparati mercati, dal bancario all’assicurativo, dalla pubblica amministrazione ai digital payments alla telefonia, sia a livello nazionale che internazionale – dice Alberto Zannol, fondatore e CEO di Mobisec. -  Un’expertise che ci ha consentito di essere chiamati da Bending Spoons in qualità di best in class per verificare la totale sicurezza di Immuni e sgombrare definitivamente il campo da qualsiasi timore legato alla privacy, che è garantita al 100%". 

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L’app richiede un solo dato "sensibile", ovvero l’inserimento della propria Regione e provincia di appartenenza, necessità dettata unicamente dall’esistenza di regolamenti che territorialmente possono variare: gli utenti sono identificati da codici di prossimità generati casualmente e variabili più volte nel corso della giornata, il che rende possibile però individuare l’eventuale contatto, per prossimità, con un soggetto positivo.

"Si tratta di un’app che per sicurezza è decisamente al di sopra della qualità che quotidianamente riscontriamo nel nostro lavoro – dice Zannol. – Per questo ritengo che si possa utilizzare in tutta tranquillità, partecipando al contempo a un più ampio progetto di tutela della salute collettiva".

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