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Attualità Monteverde / Via Bernardino Ramazzini

A 82 anni in sciopero della fame per il diritto all'assistenza della figlia disabile

Maria non ha mangiato per 5 giorni: al Cem di via Ramazzini, gestito da Croce Rossa, ci sarebbero pochi operatori sociosanitari per i 38 ospiti

Maria Cidoni ha 82 anni e per cinque giorni è rimasta fuori dalla sede del centro di educazione motoria di via Bernardino Ramazzini 31 a Monteverde, senza mangiare. Uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni in cui sua figlia Barbara e altre 35 persone con disabilità versano da mesi, con pochissimi operatori a disposizione a causa dell'assenza di ricambio in caso di malattia. Un abbandono che, secondo i racconti di Maria e di altri parenti, si tramuta in abiti non cambiati e disabili lasciati a letto sdraiati anche per 15 giorni. 

Il Cem, gestito dal comitato area metropolitana della Croce Rossa in convenzione con il sistema sanitario regionale, è una struttura storica della Capitale, considerata per decenni un'eccellenza per la riabilitazione attiva dove le persone disabili risiedono per la maggior parte del loro tempo. "Mia figlia compie oggi (2 maggio, ndr) 55 anni - racconta a RomaToday Maria - e da quando ne ha 4 vive nel centro. La sua è una disabilità causata dal parto con forcide, quando con mio marito ci siamo resi conto che aveva necessità di una struttura specializzata, l'abbiamo portata qui, anche perché l'unica gratuita". 

Lo sciopero della fame, iniziato contro i pareri di amici, parenti e figli, ha attirato l'attenzione delle istituzioni e della Asl Roma 3: "Ho chiamato la signora Cidoni - aveva fatto sapere la direttrice generale Francesca Milito - per capire le problematiche e l'ho tranquillizzata chiedendo a Croce Rossa italiana di rispettare i requisiti di accreditamento, in particolare per quanto riguarda le figure professionali degli operatori sociosanitari. Loro si sono impegnati a risolvere tempestivamente ed è stato aperto un tavolo di confronto. Da parte nostra ribadiamo che non ci sono tagli, la situazione dei pagamenti alla struttura risulta regolare". 

La presenza di un solo operatore per gruppi di undici adulti con disabilità, quindi, non sarebbe giustificata a quanto sostiene Milito. "Il Cem mi ha detto che assumeranno quattro nuove persone - continua l'ultraottantenne al telefono, mentre prepara la figlia prima di riportarla a via Ramazzini - fino a luglio. Non è chiaro, però, quando arriveranno. Doveva essere ieri, poi oggi, forse domani". Lo sciopero della fame per ora è sospeso ("Ho bevuto solo acqua e caffè") ma potrebbe riprendere: "Se non arrivano i nuovi operatori qualcosa va fatto - prosegue la signora Cidoni - perché i nostri figli non possono essere trattati così. Hanno dei diritti, sono persone, non numeri. Per ora ho smesso di digunare per due motivi: il primo è che da sempre festeggiamo due giorni di seguito il compleanno di mia figlia, il primo a casa nostra a Ostia e il secondo con gli amici al Cem, poi perché anche se sto bene di salute, cominciavo a essere provata dalle privazioni". 

"Non ce l'ho con la Croce Rossa - conclude Maria - anche se loro sono arrabbiati e non vogliono parlarmi. Io alla Croce Rossa voglio bene, ci hanno salvati, però ci sono di mezzo mia figlia e i figli di tanti altri, persone anziane che presto o tardi moriranno, con fratelli e sorelle presi dalla frenesia della quotidianità, qualcuno di loro dovrà pur occuparsi. Ho detto a Barbara che finché vivrò, me ne occuperò io di lei e dei suoi diritti. Tanto sono abituata, quando lavoravo alla Standa a Ostia ne ho fatte di battaglie". 

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