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Claudio Amendola su Salvini: "Non voglio far parte di un paese che chiude i porti"

L'attore ospite ieri sera dell'arena organizzata dal "Piccolo Cinema America" presso il Porto Turistico di Roma a Ostia, ha commentato le politiche sull'immigrazione del nuovo governo giallo-verde e, in particolare, del ministro dell'Interno, Matteo Salvini

"Non voglio vivere in un Paese che chiude i suoi porti". Così Claudio Amendola, ospite ieri sera dell'arena organizzata dal "Piccolo Cinema America" presso il Porto Turistico di Roma a Ostia, ha commentato le politiche sull'immigrazione del nuovo governo giallo-verde e, in particolare, del neo ministro dell'Interno, Matteo Salvini. 

Dichiarazioni che arrivano dopo la polemiche per un'intervista in cui Amendola aveva dichiarato "SAlvini è il miglior politico degli ultimi 20 anni". Virgolettati strumentalizzati a cui avevano fatto seguito le precisazioni in una lettera al Corriere


Quando ho detto che Salvini è il miglior politico degli ultimi venti anni ho sbagliato, avrei dovuto dire degli ultimi trenta. In questo lungo periodo abbiamo assistito alla lenta ma inesorabile evaporazione della sinistra in tutte le sue accezioni, alla nascita di un partito azienda che tutto è stato (e ancora è) tranne che un partito politico, alla nascita di un movimento che per definizione è (meglio dire era ) anti-politico, oltre a tutte le varie fioriture più o meno risibili che ogni legislatura ci ha regalato. In questo panorama Salvini ha preso un partito regionale, ai margini della scena politica, gravato da scandali e appesantito da un disprezzo diffuso e lo ha trasformato in un partito nazionale che governa le più ricche e produttive regioni italiane, ha conquistato la leadership della sua coalizione e si presenterà davanti al presidente della Repubblica, forse, per avere l’incarico di governo. Faccio fatica a trovare un politico che negli ultimi trenta anni abbia fatto altrettanto.

Per questo trovo un po’ furbo da parte Sua interpretare le mie parole andando a vedere che cosa ha fatto Salvini negli ultimi venti anni. Lei ha usato l’espressione «apertura di credito» facendo passare l’idea di un mio appoggio o comunque di una mia simpatia, un mio interesse politico nei confronti della Lega, mentre nella stessa trasmissione ho dichiarato di aver votato LEU. Le faccio un esempio di natura calcistica, se dicessi che la Juventus è la squadra più forte degli ultimi 7 anni, potrei essere tacciato di essere uno juventino? Tanto Le dovevo, e spero che vorrà continuare a seguirmi con il disprezzo di sempre.


Dopo la proiezione del suo film "Il permesso - 48 ore fuori", dal palco allestito davanti al maxi-schermo, l'attore e regista romano ha detto: "Salvini sta dando voce a un sentimento che è più lontano da me di qualunque cosa voi possiate pensare, ma vedo che è un sentimento che purtroppo fa proseliti e che cresce in Italia. Ho intuito che Salvini cavalcava delle sensazioni che sono facili, sono naturali nell’uomo, sono semplici da portare avanti. Io credo che stiamo perdendo di vista la nostra indole, che è quella di un paese con quattromila chilometri coste, siamo "partenti" e siamo "arrivanti". Non possiamo nascondere questa nostra antichissima tradizione: siamo un popolo di mare. Anche chi vive in Padania in qualche modo è un mezzo marinaio. Tutti noi dobbiamo avere un pochino di coscienza e un pochino di paura, di non lasciare andare questo meraviglioso paese in una deriva che non ci appartiene e non ci è mai appartenuta, credo sia il momento di risvegliare delle coscienze un po' troppo sopite. Forse se siamo uno dei pochi Paesi europei a non aver mai fatto una vera rivoluzione è proprio perché ogni tanto ci mettiamo seduti e lasciamo che le cose passino e forse questa cosa qua invece non deve passare. Non lo dico per ideologia, lo dico per umanità. Io non sono credente, ma lo dico per umanità cristiana: non voglio far parte di un paese che chiude i porti e lo voglio dire da qua (dal Porto di Roma, ndr)".

Un intervento ripetutamente applaudito dal pubblico che ha affollato l'arena di Ostia, che andrà avanti tra proiezioni e dibattiti fino all'8 settembre.

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