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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Abusi sessuali e pedofilia, il Telefono Azzurro: "Il Lazio la regione più coinvolta con il 20,3% dei casi"

Il fenomeno fotografato nel Dossier Abuso sessuale e pedofilia

Ricorre oggi, domenica 5 maggio, il decimo anno della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, istituita con la legge 41 del 2009. Come ogni anno, il Telefono Azzurro ha fotografato il fenomeno nel Dossier Abuso sessuale e pedofilia, con i dati e le testimonianze raccolti attraverso i Servizi  gestiti dall'associazione (numeri 114, 1.96.96, chat e social network): touch point di ascolto e intervento aperti a bambini, adolescenti e a tutti coloro che vogliono segnalare situazioni di emergenza, rischio e pregiudizio riguardanti l'infanzia e l'adolescenza. 

Scorrendo i dati, è proprio la regione Lazio quella maggiormente coinvolta, con il 20,3% dei casi registrati nel 2018 dall'osservatorio del Servizio Emergenza Infanzia 114. Seguono Lombardia con il 18,9% e Campania con il 14,9%. Il 66,2% dei soggetti è di sesso femminile, il 46,8% aveva meno di 10 anni e il 32,5% è compreso fra i 15 e i 17 anni. 

“Il Dossier Abuso sessuale e pedofilia di Telefono Azzurro fotografa, attraverso i 100 casi gestiti dal Servizio 114 Emergenza ed i 124 casi gestiti dal Centro di Ascolto 1.96.96, fenomeni purtroppo in crescita – dichiara Ernesto Caffo, Presidente “SOS Il Telefono Azzurro Onlus” e Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile, Università di Modena e Reggio Emilia - Considerando in particolare le segnalazioni giunte al Servizio 114, nel 2018 i casi di abuso sessuale in cui il presunto responsabile è un adulto estraneo al bambino sono il 15,9% contro il 10,5% rilevato nel 2017. I casi in cui il presunto responsabile è un genitore salgono dal 34,2% del 2017 al 40,6% del 2018". 

Nel 39,8% dei casi il luogo in cui si verifica la situazione riferita a Telefono Azzurro è la propria casa, seguita da Internet con il 33,7% dei casi. Inoltre, il presunto responsabile della situazione d’emergenza che si verifica offline è nel 60% dei casi un genitore o un membro della famiglia, nel 15,9% un estraneo adulto, nel 10,1% un conoscente. Per quanto riguarda l'abuso online (tra cui sexting e sextortion, pedopornografia online, adescamento di adulto su minore) il presunto responsabile delle violenze è nel 37% dei casi un adulto estraneo al bambino.

"Questi dati, molto importanti per comprendere il fenomeno, sono indicativi di una realtà di portata maggiore, che riguarda tutte quelle vittime che restano in silenzio – aggiunge Caffo - per questo motivo è molto importante diffondere indicazioni che favoriscano una cultura dell’ascolto e rendano accessibile la denuncia, per rompere il silenzio sugli episodi che normalmente restano sconosciuti e impuniti e consentire l’intervento e l’aiuto più appropriato per ciascun caso".

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