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"Potere alle donne? Facciamole nascere": manifesti anti abortisti per l'8 marzo

L'associazione Pro Vita ha tappezzato la città di manifesti. "Campagna choc fatta ad hoc per attirare critiche"

"L'uguaglianza di genere inizia nell'utero". Le parole sono di Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, che da Roma ha fatto partire una campagna di comunicazione in vista della Giornata Internazionale della Donna dell'8 marzo. 

Sui cartelloni c'è l'immagine di un feto e lo slogan: "Potere alle donne? Facciamole nascere!". "Che potere e quali diritti potremo mai dare alle donne se, prima, non le facciamo nascere? - spiega Coghe, 38 anni - . L’uguaglianza di genere inizia nell’utero. Noi siamo dalla parte delle donne al 100%, comprese quelle che devono ancora nascere".

"Con queste affissioni - prosegue la nota - rispediamo al mittente l’accusa di essere 'nemici' delle donne rivolta a Pro Vita & Famiglia lo scorso 10 febbraio durante un’audizione al Parlamento Europeo. Contro le donne è chi tollera in silenzio lo sterminio di milioni di loro tramite aborti selettivi, o chi le abbandona alla disperazione e alla solitudine quando scoprono di essere incinte e non hanno mezzi per portare avanti la gravidanza". 

L'iniziativa non è passata inosservata, soprattutto da parte dell'associazione "Libera di Abortire", creata da Francesca Tolino e impegnata in una battaglia per il rispetto della legge 194 del 1978 sull'interruzione volontaria di gravidanza, non sempre applicata e applicabile a causa dell'alto tasso di obiettori di coscienza tra gli operatori sanitari. "I nuovi manifesti di Pro Vita e Famiglia schierano il movimento anti-scelta 'dalla parte delle donne', ma la loro non è una azione femminista e per la parità di genere- fa sapere l'associazione -, ma un'operazione comunicativa di portata internazionale basata sul reframing, ovvero sull'appropriazione di elementi tipici dei movimenti incentrati sull'autonomia delle scelte femminili. La strategia punta alla realizzazione di campagne 'choc' su pochi grandi formati, lasciando poi la diffusione a coloro che indignati pubblicano e criticano queste iniziative sui social: con un minimo sforzo, ottengono il massimo risultato pubblicitario".

"È così che si muove una internazionale integralista con reti ben finanziate in tanti paesi del mondo - prosegue "Libera di Abortire" - e a cui il Movimento Pro Vita tenta di fare capo in Italia: sfruttado l'empowerment femminile per guadagnare terreno in una società che grazie alle lotte civili è cambiata e non digerirebbe più la vecchia propaganda moralistica. Il loro obiettivo però è sempre quello: spostare indietro l'asticella del compromesso tra i diritti della donna e i diritti del cosiddetto 'nascituro', mentre dovremmo compiere solo passi in avanti". Il 7 marzo l'associazione sarà accolta dal Ministro della Salute Roberto Speranza "per chiedere attenzione verso le testimonianze delle donne che continuano a subire violenze e a vedersi ostacolato l'accesso ai servizi abortivi nel nostro paese". 

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