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Don Bosco Cinecittà / Via Flavio Stilicone

Don Bosco, start-up giovanili e tavoli da ping pong: ecco la ricetta per il rilancio del quartiere

Le novità di Don Bosco: nuovi arredi nel "salotto urbano" di via Stilicone ed un bando per l'assegnazione degli spazi chiusi. Lozzi: "Nei locali sequestrati alla mafia lanciamo progetti socio-lavorativi"

Sono arrivati i primi arredi nell’isola pedonale creata in via Flavio Stilicone. Il “salotto urbano” di Don Bosco comincia a prendere forma.

Il salotto urbano di via Stilicone

“Presto sistemeremo anche i tavoli da ping pong ed altre sedute, diverse da quelle appena sistemate – ha spiegato la presidente del Municipio VII Monica Lozzi – poi saranno realizzati anche dei giochi a terra per i bambini, come la classica campana”. A quel punto il rilancio dello spazio pedonale, la cui realizzazizone ha sottratto decined i posti auto, sarà completata. Ma le saracinesche sulla strada, continuano a restare abbassate.

I negozi chiusi di Don Bosco

Sono 66 gli spazi commerciali che, proprio su via Flavio Stilcone, non esercitano più la propria attività. UN numero impressionante di negozi, che si vanno a sommare a quelli presenti su viale San Giovanni Bosco. La rete territoriale “Cinecittà Bene Comune” li ha censiti: in tutto sono 122 le attività a cui il quartiere ha dovuto rinunciare. La parabola di negozi storici, come Bonfantini o la Bottega del Commercio Equo e Solidale, è stata seguita anche da decine di realtà che operavano nel campo socio culturale.

I locali da riassegnare

“Le saracinesche abbassate -  ha denunciato Alessandro Luparelli, portavoce di Cinecittà Bene Comune - sono di proprietà dell’INPS e dell’ENASARCO, ma anche del Comune, che non fa i bandi per la riassegnazione dei locali sottratti alla mafia. In questo contesto, mettere delle panchine in via Stilicone, equivale a fare la manicure ad un malato terminale. La manicure va bene, quindi, ma non risolve il problema”.

Il rilancio del quartiere, chiesto anche nel corso della “passeggiata” organizzata tra le saracinesche abbassate lo scorso 18 dicembre, necessita di una strategia complessiva. Un’operazione che preveda anche la riassegnazione di spazi inutilizzati. E da questo punto di vista c’è una novità. In via Tuscolana, di fronte a Don Bosco, ci sono dei locali che potrebbero essere presto riaperti. 

Una star-up nel locale sottratto alla mafia

“Abbiamo già richiesto, lo scorso anno, l’assegnazione del ristorante di via Tuscolana che è stato sottratto alla mafia – fa sapere Monica Lozzi, la presidente del Municipio VII – lì abbiamo già fatto dei lavori per l’adeguamento dei locali oltre che dei calcoli patrimoniali. In questo momento stiamo predisponendo un bando che vorremmo pubblicare a gennaio”. Alcune delle saracinesche abbassate di Don Bosco, potrebbero quindi essere presto rialzate.

“Vogliamo fare un bando per le start-up giovanili. In quei locali abbiamo in mente di realizzare un progetto socio educativo che possa assegnare un punteggio aggiuntivo alle realtà che prevedono l’inserimento, come lavoratori o nella società, di persone che appartengono alle categorie svantaggiate”. Il rilancio del quartiere, oltre che dalle panchine e dai tavoli da ping-pong, passa dunque anche da iniziative di questo tipo.

La richiesta ad INPS ed ENASARCO

La maggior parte delle attività che hanno chiuso i battenti, erano però in negozi di proprietà di INPS ed ENASARCO. Cinecittà Bene Comune chiede,a prezzi calmierati, di rimettere sul mercato anche quelli, in modo da consentire l'approdo a Don Bosco di attività artigianali e commerciali di qualità. Niente pizzerie al taglio nè sale slot.  La decisione finale spetta agli enti proprietari di quegli spazi. Tenerli chiusi, su questo ormai sembra esserci una visione comune, non giova al quartiere.
 

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