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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Vulcano Colli Albani: ad oltre cento anni dall’ultimo disastro dà “segni di un futuro risveglio”

Un team di ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in uno studio multidisciplinare, spiega lo stato in cui si trova il vulcano laziale. "E' in uno stato dormiente ma nel prossimo millennio potrebbe svegliarsi"

Niente panico. Il risveglio del Vulcano dei Colli Albani non è imminente. Niente lascia presagire che possa tornare a danneggiare edifici e monumenti capitolini, come accaduto il 19 luglio di centodiciasette anni fa in occasione di un devastante terremoto. Anzi, i tempi di un vero e proprio risveglio appaiono tanto inevitabili quanto lontani nel tempo.

LA RICERCA - Uno studio multidisciplinare condotto da un team di ricercatori dell’INGV, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Geologiche - “Sapienza” Università di Roma, con l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del CNR (IGAG-CNR), e  con il Laboratorio di Geocronologia dell'Università di Madison, ha portato ad interessanti risultati. Ricostruendo la storia delle eruzioni avvenute  nel distretto vulcanico dei Colli Albani, si è arrivati alla conclusione che “ l'area vulcanica alle porte di Roma, inizia a dare segni di un futuro risveglio”.

TEMPI LUNGHISSIMI - Come ha chiarito il ricercatore Fabrizio Marra, quella del vulcano dei Colli Albani ha  “tutt'altra storia rispetto al Vesuvio, dove le eruzioni sono avvenute in tempi storici e i tempi di ritorno dell'attività vulcanica sono dell'ordine delle decine e delle centinaia di anni: ai Colli Albani invece tutto procede con tempi delle migliaia e delle decine di migliaia di anni”. Dunque se è vero che si sono osservati dei sollevamenti del terreno (con tassi di 2-3 mm/anno, negli ultimi 20 anni)  si può concludere che “nessun elemento derivante dalle osservazioni geochimiche e geofisiche in atto lascia ipotizzare che un’eruzione possa avvenire né in tempi brevi né medi. Quindi, se una ricarica dei serbatoi magmatici è in atto, questa durerà senz'altro migliaia di anni prima che possa dar luogo a un'eruzione”.

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