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Casa Calda, il consiglio municipale si appella a Raggi: "Espropri il parco per pubblica utilità"

Approvata all'unanimità una mozione per chiedere la tutela dell'area verde

Il Campidoglio espropri il parco di Casa Calda per motivi di pubblica utilità. Il Consiglio del V municipio ha approvato all’unanimità una mozione per chiedere al presidente Giovanni Boccuzzi e alla sua Giunta un impegno in difesa degli otto ettari di area verde che lambisce i quartieri di Torre Maura e dell’Alessandrino. Il Parco di Casa Calda, così come raccontato da Romatoday nei giorni scorsi, è infatti tornato nelle mani dell’ente ecclesiastico del Capitolo della Basilica Patriarcale di Santa Maria Maggiore, che possiede anche i terreni adiacenti, dopo essere stato espropriato dalla Regione Lazio nel 1975 con lo scopo di renderlo un parco comunale.

L’iter giudiziario con la quale l’ente ne aveva chiesto la retrocessione è terminato con una sentenza della Corte d’Appello nel 2008, ma solo alla fine del 2018 è stato portato a termine l’iter con il pagamento di quanto dovuto. Pari a quasi un milione di euro. Nel 2011 era stato avanzato all’amministrazione Alemanno anche un progetto per la realizzazione, nell'area adiacente al parco, di 900 appartamenti nell’ambito del bando per l’housing sociale, poi bloccato dall’amministrazione Marino. Sul parco oggi c’è un centro anziani di proprietà municipale e dei casali, dove vengono svolte diverse attività di carattere sociale e a contatto con la natura, sui quali, scrivono ancora i consiglieri “il Comune ha investito oltre un milione di euro”.  

Diverse le richieste avanzate dai consiglieri al minisindaco Boccuzzi e alla sua squadra, a partire dalla riattivazione della “procedura di esproprio di tutta l’area ritornata proprietà dell’Apsa e del Capitolo della Basilica Patriarcale di Santa Maria Maggiore in Roma, per motivi di pubblica utilità”. Non solo. Per il consiglio va sollecitato “il Ministero dei Beni Culturali e le Sovrintendenze affinché sia reintrodotto il vincolo archeologico e paesistico su tutta l’area del Parco di Casa Calda e zone adiacenti” e organizzato “un tavolo di interlocuzione tra Comune di Roma, Municipio e rappresentanza del Vaticano affinché si tenti il possibile per scongiurare qualsiasi attività di speculazione edilizia e conseguente mortificazione del territorio”.

Infine: “Attivarsi perché la sindaca, l’assessorato alle Politiche Sociali Capitolino e il dipartimento Politiche Sociali, affinché si agisca a salvaguardia dei servizi sociali espletati all’interno del casale e del centro anziani ivi ubicati e ristrutturati grazie a consistenti investimenti del Comune di Roma, prima che il Dipartimento Patrimonio predisponga tutti gli atti per la restituzione di area e strutture sociali”. 

Si legge nella mozione: “La periferia di Roma Est è caratterizzata da un fitto tessuto urbano densamente popolato e povero di verde, da un elevato livello di inquinamento atmosferico dovuto al traffico veicolare, da un notevole grado di impermeabilizzazione del suolo con pesanti ricadute sul microclima locale, e dalla presenza di beni culturali ed ambientali di notevole importanza” come i resti dell’Acquedotto Alessandrino e i monumenti medievali come il complesso delle torri di Casa Calda. Non solo. Per i consiglieri va considerato anche che la Regione Lazio, nella stesura del Piano Territoriale Paesistico Regionale ha “riconosciuto l’importanza paesistica del Comprensorio “Tor Tre Teste, Casa Mistica e Casa Calda”, classificandolo in  parte come ‘paesaggio dell’insediamento storico diffuso’, e sottoponendola così alle limitazioni di trasformabilità”. 

E ancora. Come riporta la mozione, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio ha posto vincoli alle “fasce di territorio dalle quali si percepiscono realmente le visuali dei resti dell’Acquedotto Alessandrino” anche se “restano escluse da ogni vincolo di tutela ampie fasce del Comprensorio in questione sia a nord che a sud dell’Acquedotto Alessandrino”. 

Non solo il paesaggio. “Dal 2012 Associazioni ambientaliste e che svolgono servizi sociali anche all’interno del parco attraverso il  Coordinamento Popolare contro la Cementificazione del Parco di Casa Calda chiedono l’intervento delle istituzioni, sia nel dialogo con il Vaticano affinché vengano scongiurate le speculazioni edilizie che andrebbero a eliminare irreversibilmente l’unico polmone verde del quartiere di Torre Maura, sia nell’intervento presso le Sovrintendenze e il Ministero dei Beni Culturali al fine di reintrodurre i vincoli di salvaguardia e valorizzazione archeologica e paesistica sull’area del Parco di Casacalda e zone limitrofe”. Il Consiglio del Municipio Roma V , nel febbraio del 2016 “ha approvato all’unanimità la risoluzione  Prot. N° 17261 con oggetto “salvaguardia del Parco di Casa Calda e aree limitrofe nel rispetto del PRG vigente”.

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