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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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A Rocca Cencia arriva il biodigestore, protestano i comitati: "Promesse tradite"

Ieri l'annuncio da parte del sindaco della costruzione di un biodigestore confermata anche in commissione Ambiente. Denuncia il vicepresidente di un'associazione di Colle del Sole: "Ci avevano assicurato che non avrebbero bruciato niente"

Posa della prima pietra, 30 novembre 2015. Avvio dell'esercizio, 1 ottobre 2016. E' la road map dell'Ama per la costruzione e l'avvio del nuovo biodigestore a Rocca Cencia. Le date sono contenute in un documento presentato ieri in commissione capitolina Ambiente reso noto dal consigliere del Movimento cinque stelle, Enrico Stefano. L'annuncio è stato avanzato anche dal sindaco Ignazio Marino: "Entro la fine di febbraio c'è l'impegno del presidente di Ama (Daniele Fortini, ndr) di presentarci un progetto esecutivo. In questo momento siamo quindi avanti da un punto di vista della scelta delle tecnologie e del luogo, con il primo biodigestore a Rocca Cencia" ha affermato. Un piano che però ha allertato i comitati: “Nel corso di un incontro con l'assessore Marino e il presidente di Ama ci era stato promesso che non si sarebbe bruciato niente nell'eco distretto di Rocca Cencia e invece ecco qui che salta fuori un biodigestore” spiega Davide Lanza, vicepresidente dell'Associazione cittadinanza servizi e cultura Colle de Sole che fa parte della trentina di realtà cittadine che tra il novembre e il dicembre scorso organizzarono manifestazioni e presidi contro i rifiuti.

LE PROTESTE - Tutto nasce negli ultimi mesi dell'anno scorso. La discarica di Malagrotta ha chiuso da oltre un anno e la Capitale, tra cicliche crisi di immondizia per la strada e il tentativo di aumentare la raccolta differenziata, sta cercando di avviarsi verso un nuovo sistema di smaltimento: gli ecodistretti. Il primo cade su Rocca Cencia dove già da anni sono in attività degli impianti di trattamento meccanico biologico, sia dell'Ama sia di altri privati tra cui anche il Colari di Manlio Cerroni. “Da tempo conviviamo con miasmi quotidiani che si sentono fino a 4 chilometri di distanza per via del trattamento dei rifiuti. Come comitati abbiamo anche presentato una denuncia alla Procura della Repubblica” spiega Davide Lanza. “Visti i disagi che comporta avere degli impianti di trattamento dei rifiuti vicino alle case, compreso il carico di camion che ogni giorno sono costretti a passare su queste strade, ci siamo allarmati. Non vogliamo che Rocca Cencia diventi una Malagrotta 2”.

LA PROMESSA - Il 4 dicembre venne organizzato un presidio fuori dal municipio. “Quel giorno parlammo con Fortini e con il minisindaco Scipioni: ci tranquillizzarono dicendo che non nell'ecodistretto non avrebbero bruciato niente” continua Lanza. “Invece ecco che salta fuori un biodigestore”. Il biodigestore è un impianto dove la sostanza organica, compresi i rifiuti di questo genere, in assenza di ossigeno vengono 'digeriti' e trasformati in gas, il cosiddetto biogas, che può diventare combustibile per la produzione di energia elettrica. “Ci sono episodi in Italia in cui è stato avviato un biodigestore e i residenti si sono lamentati dei miasmi. Ma non solo. La combustione genera inquinamento e rilascia nell'aria diossina con conseguenze pesanti sulla salute di chi vive attorno. Non si può pensare di costruire un impianto simile vicino alle case”. Lanza attende anche la pubblicazione del Piano industriale: “Quel 4 dicembre ci era stata promessa, a breve, la pubblicazione del documento, in modo che avremmo potuto capire nei particolari cosa ci aspetta. E invece ancora niente”. 

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