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Venerdì, 19 Aprile 2024
Tor Bella Monaca Largo Mengaroni

“Tor Bella Monaca non è una location per spot”: il monìto di Matteo Orfini dopo la visita di Salvini

A commentare la visita di Matteo Salvini a Tor Bella anche Matteo Orfini

La diretta FB di Matteo Salvini dall’R5 e da largo Mengaroni a Tor Bella Monaca ha generato indignazione e rabbia da parte di quelle realtà sociali che lavorano sul territorio da anni. Non solo, a commentare la “visita” di Salvini nell’estrema periferia Est della Capitale, anche Matteo Orfini, presidente del Partito Democratico e candidato alla Camera nel collegio uninominale Lazio 1 – 05. “Salvini è venuto a Tor Bella Monaca e ha scoperto che si spaccia. E che c’è il degrado. Ne sono lieto, perché che i rappresentanti delle istituzioni vadano nei luoghi più complicati è sempre un bene, a prescindere dalla parte politica che rappresentano. Però c’è qualcosa che davvero mi lascia perplesso” ha commentato. 

“Tor Bella Monaca non è la location di uno spot elettorale”

“Tor Bella Monaca non è la location di uno spot elettorale, un luogo dove passare 15 minuti in diretta raccontando quanto è brutto. Intanto perché in quel territorio ci sono tante cose belle, che ho provato a mostrarvi in queste settimane. Facendo parlare le donne e gli uomini che ogni giorno lavorano per contrastare degrado e insicurezza. Senza dirette Facebook, senza slogan. Solo con l’impegno – spesso volontario - e con il lavoro. E poi ci sono tantissimi cittadini che a Tor Bella monaca vivono. E’ casa loro, la curano e provano a migliorarla ogni giorno”, ha aggiunto. 

Orfini a Tor Bella Monaca: “Nelle torri ci sono entrato, senza telecamere e con ragazzi di 20 anni”

Il presidente del PD  ha aggiunto: “Certo, si spaccia. Anzi a dirla tutta parliamo del “supermarket della droga aperto 24 ore su 24", per citare le parole della Procura di Roma. Piazze di spaccio come le avete viste in Gomorra, torri sequestrate dalla criminalità, vedette e sentinelle. In queste settimane in quelle torri ci sono entrato. Non mi ci hanno accompagnato le telecamere, ma ragazze di vent'anni che non si arrendono. Ci sono entrato perché per chi rappresenta le istituzioni non possono esserci luoghi inaccessibili. E perché continueremo a entrarci finché quei luoghi non saranno liberati da chi li sta distruggendo”, ha spiegato. 

“Salvini faccia nomi e dica che non vuole voti clan”

Matteo Orfini ha poi rincarato la dose: “A proposito, dire spaccio vuol dire poco. Perché la criminalità, le mafie, hanno nomi e cognomi. Moccia, Casamonica, Gallace, Damiani-Fabietti, Cordaro, Sparapano, Crescenzi, Leonardi, Monterisi, Senese, Lori, Lo Russo, Romagnoli, Milo, Perna, Careddu. Ecco, se Salvini vuole davvero combattere per la sicurezza ripeta con me quei nomi e dica che - come me- i loro voti non li vuole. E che farà di tutto per mandarli via da Tor Bella Monaca”, ha aggiunto. Infine ha puntualizzato: “Quando a Ostia dedicai queste parole agli Spada non vi fu nessun esponente politico degli altri partiti che scelse di sostenere quelle battaglie, né Salvini né altri. Fummo lasciati soli. Anzi, con gli Spada la destra peggiore si scattava i selfie (Casa Pound), altri ci flirtavano esplicitamente (vedi gli impresentabili candidati grillini). E allora ve la dico per come è: ne ho piene le scatole di chi di sicurezza parla per alimentare le paure e lucrare qualche voto, ma poi quando c’è da combattere scompare”. “A salvare Tor Bella Monaca non saranno gli sciacalli, ma Fabio, Maria Grazia, la comunità di Sant’Egidio, Pina, il teatro, la nostra sezione del Pd e le sue ragazze e tutte quelle straordinarie, semplici persone di cui vi ho raccontato in questi giorni”, ha concluso Orfini. 

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