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VIDEO | La storia di Natascia Meatta resta viva a Due Leoni. Mamma Rita: "Non mi arrendo, voglio giustizia"

L’intervista a Rita Caldara, mamma di Natascia Meatta, la 27enne uccisa da un colpo di pistola partito dal suo ex compagno

Lo guarda dal balcone di casa sua. Quel parco riqualificato che attende ancora un nome e che avrebbe potuto essere quello di sua figlia, Natascia Meatta. La giovane mamma uccisa da un colpo di pistola partito dal suo ex compagno, nel settembre 2014. E quella sete di giustizia che non si può placare, visto che l’ex guardia giurata è stato poi condannato con una sentenza del 2017 a cinque anni, con scarcerazione immediata, per omicidio colposo. "Troppo poco", per mamma Rita che non accetta la decisione dei giudici. "Siamo di fronte al primo caso nella storia in cui una pistola spara da sola", commenta trattenendo a stento le lacrime.

Lo scorso novembre, in occasione della giornata mondiale contro la violenza di genere, il comitato popolare Roma Est guidato da Emanuele Licopodio, ha avanzato la richiesta di titolare il parco che sorge tra via Erice e via Biagio Platani a Natascia, iniziativa però bocciata in Campidoglio perché "occorrono dieci anni dal fatto per poterlo fare, la burocrazia - dice Rita -. Avrebbe fatto piacere a Natascia, e a tutti quelli che le volevano bene e che come me pretendono giustizia per quello che le è accaduto".

Rita ripercorre i ricordi di quanto successo più di quattro anni fa nella cucina di casa sua. L’immagine della figlia in fin di vita, la corsa in ospedale. Quella fine drammatica per la quale ha ancora tanti “perché”. Col timore che, un giorno, l'ex compagno possa rivendicare qualche diritto sulla bambina. "Le ha già fatto troppo male - spiega -, lei ricorda tutto". Una tragedia. Una storia di femminicidio. Una giovane vita spezzata che non si può dimenticare.

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