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Tor Bella Monaca Largo Mengaroni

"Diamoci una (tor) bella mano": il progetto che vuole riqualificare il quartiere

Il progetto nato dal Municipio VI è stato sposato dal Campidoglio

Recupero del contesto urbano e sociale: è questo l’obiettivo principale che il progetto denominato “Diamoci una (tor) Bella mano” si propone di realizzare a Tor Bella Monaca, nella periferia Est della città spesso bistrattata e balzata agli onori della cronaca per episodi legati allo spaccio e alla microcriminalità. È proprio da qui, da questo quartiere intriso di problematiche e dal tessuto sociale spesso lacerato, che il Campidoglio vuole ripartire per “creare un modello di trasformazione e recupero urbano, un format da replicare in altre aree della città” come dichiarato dalla sindaca Virginia Raggi. 

Da dove nasce il progetto?

A spiegare la genesi del progetto è Alessandro Gisonda, assessore alla cultura del Municipio Roma VI delle Torri: “L’idea è nata per ribaltare la visione che si ha del quartiere, gli incontri con l’assessore comunale alla cultura, Luca Bergamo, sono iniziati già durante lo scorso mese di luglio per avviare un percorso finalizzato ad individuare un piano quadro per il recupero dei luoghi attraverso la cultura e non con interventi urbanistici”. Una finalità ambiziosa e importante quella che il Municipio ha presentato al Comune prima e alle realtà sociali poi: “Un parco dove mettere in evidenza tutte le bellezze archeologiche del quartiere e perché no anche attraverso percorsi enogastronomici”. Dell’intero Municipio è stato individuato il quartiere di Tor Bella Monaca, perché? “Questo è un quartiere molto emblematico perché rappresenta, in un certo senso, il fallimento della città e quindi porre l’accento su questo territorio che qualcuno avrebbe voluto radere al suolo (come le torri ad esempio) è indicativo e importante”. 

In cosa consiste il progetto?

Il programma di recupero è previsto all’interno di una memoria di giunta capitolina, già approvato dal Municipio Roma VI delle Torri, che prevede un recupero sostanziale di alcuni edifici e alcuni luoghi. Nello specifico, gli spazi interessati dal progetto sono: l’ex biblioteca di via Merlini, la riqualificazione dell’arena all’aperto del teatro Tor Bella Monaca, la realizzazione di un centro socio-assistenziale da finanziare con risorse dei privati a scomputo di oneri edilizi, il recupero di una villa romana nei pressi di largo Brambilla dove istituire un parco archeologico, sviluppare orti urbani accanto a tre vasche di acqua dolce, attrezzare un’area dedicata ad attività sportive all’aperto, sviluppare laboratori didattici con le scuole, implementare i percorsi ciclabili. 

La cabina di regia tra Comune e Municipio

Per valutare le iniziative da intraprendere, verrà costituito un gruppo di lavoro composto dagli assessorati a Crescita culturale, Patrimonio, Politiche abitative, Città in movimento, Sostenibilità ambientale, Urbanistica, Persona scuola e comunità solidale, in collaborazione e a supporto del Municipio VI. “L’obiettivo è riconnettere le periferie pienamente al resto della città. L’idea è quella di riqualificare intere zone mediante strategie integrate che prevedano sia la valorizzazione del tessuto urbano che la creazione e fruizione di iniziative culturali. L’intenzione è di coinvolgere i diversi attori presenti sul territorio e di attrarne altri esterni” ha spiegato la sindaca. 

Dal centro sociale di Tor Bella Monaca: "Siamo entusiasti del progetto"

Tra questi attori anche il centro sociale di largo Mengaroni che ha preso parte agli incontri già dall’autunno dello scorso anno, quando il progetto era in fase embrionale: “Siamo contenti che il Campidoglio abbia deciso di pubblicizzare il progetto perché vuol dire che c’è la concreta intenzione di realizzarlo – ha spiegato Mario Cecchetti presidente dell’associazione culturale El-Chentro di Tor Bella Monaca – ed è per questo che fin da subito ci siamo attivati con ricerche e ipotesi per capire come contribuire al meglio alla fattività del programma”. In questa ottica il centro sociale infatti ha iniziato una prima opera di recupero urbano già sposando il progetto di ActionAid dal titolo “Agente 0011”. Cecchetti ha concluso: “Siamo entusiasti del progetto e siamo convinti che senza cultura difficilmente si possa arrivare lontano”. 

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