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Ponte di Nona Ponte di Nona / Via Padre Damiano de Veuster

Ponte di Nona: via De Veuster, le case Ater “cadono a pezzi”

Infiltrazioni di acqua, carenza di sicurezza e problemi strutturali. L'allarme dei residenti: "L'Azienda conosce i problemi da un anno e mezzo, ma non fa nulla per risolverli. Ci sentiamo abbandonati"

Case popolari inaugurate nel 2008 che “cadono a pezzi”: questa la realtà per le famiglie dei lotti Ater di via Padre Damiano De Veuster, a Ponte di Nona. I residenti vivono letteralmente circondati dalle infiltrazioni di acqua e cedimenti strutturali, che erano già esistenti al momento della consegna degli appartamenti da parte del Comune di Roma.

“Le case sono state consegnate tra 2008 e 2009 – racconta Mario Pampanini –: la prima fascia in realtà fu inaugurata dall’ex sindaco Veltroni. In tutto parliamo di 750 famiglie. Facevamo parte dell’associazione ‘Asia’ e portavamo avanti la battaglia per l’emergenza abitativa. Il Comune di Roma e l’Ater ci hanno assegnato questi appartamenti: erano finiti, ma esistevano già allora diversi problemi. Siamo circondati dalle infiltrazioni di acqua, gli stabili sono stati realizzati con manodopera di bassa qualità. Il quarzo sulle facciate si stacca di continuo e l’illuminazione non funziona quasi mai. Le finestre le ho dovute stuccare da solo: non c’era il silicone e quando pioveva, l’acqua entrava dentro casa. Due anni fa si sono anche tappati gli scarichi della cucina. Poi, hanno sbagliato anche i parcheggi: i nostri non sono sotto la palazzina, ma all’inizio della strada. La modifica del posto macchina costa 50 euro: perché lo devo pagare io?. Ci sentiamo abbandonati. Nella scala E siamo 10 famiglie e abbiamo tutti gli stessi problemi: nelle altre scale è uguale. È quasi un anno e mezzo che invio lettere ed email all’Ater, insieme ai miei vicini di casa: sei mesi fa mi hanno detto che avrebbero preso provvedimenti. L'azienda conosce i problemi, ma non fa nulla per risolverli. È venuto un tecnico per fare le foto. Ma qui cade tutto a pezzi: parliamo di manutenzione straordinaria. Il portone del palazzo lo abbiamo montato a spese nostre: quello precedente non era della misura giusta. Ho chiesto anche l’autorizzazione a procedere da solo per fare qualche intervento, ma non mi è stata accordata”.

Ater via De Veuster

“A casa mia l’Ater dovrebbe rifare il pavimento e il soffitto del terrazzo – spiega Massimo Verandi, invalido al 100 percento –: l’acqua penetra fino alle stanze. Le canaline per il deflusso dell’acqua si sono staccate da almeno 4 mesi. L’Ater non è mai venuta qui e la mia vicina di casa è nella stessa mia situazione. Nei parcheggi interni sfondano le auto e rubano. Le case vengono occupate da rom e rumeni. Abbiamo anche paura di andare in vacanza: si spostano da tetto a tetto. In via Padre Damiano De Veuster c’è un altro immobile dell’Ater disabitato, da 11 anni. Nei box vivono i nomadi e alcuni gruppi di persone spacciano anche. Poi abbiamo i giardini comunali, che non sono accessibili. Il mio sogno è quello di aprire un agriturismo qui per dare lavoro ai ragazzi che abitano qui”.

“Ho stuccato tutte le camere: sono tre volte che riparo le crepature a casa mia – conclude C.P.–. E qui il 90 percento degli altri palazzi è nelle stesse condizioni del mio. I discendenti sono stati montati malissimo. Ogni persona fa quello che può”.

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