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VIDEO | Prende alloggio con il buono casa, ma il Comune non paga e rischia lo sfratto

Marina è in questa casa, nel quartiere Borghesiana, dal mese di luglio. Con quattro figli, di cui uno autistico, ora teme di subire l’ennesimo sfratto

Quattro figli, di cui uno autistico. E un diritto, quello di una avere una casa in cui vivere, a rischio perché malgrado abbia ottenuto il “buono casa” per otto anni, ora rischia di essere sfratta. Il motivo? Il Comune non paga l'attitto al proprietario di casa, malgrado ci sia un contratto registrato.

Marina Caprioli, romana di 36 anni, lotta con tutte le sue forze. Teme di restare inascoltata e, peggio ancora, senza una casa. “Già non è semplice trovare un proprietario che accetti di affittare casa con il Comune, perché non si fida - spiega a Roma Today -, e poi ti trovi in questa situazione, quando prima di registrare questo contratto d’affitto, e aver anticipato dei soldi per entrarci. La pazienza del proprietario ha un limite”.

La sua storia inizia nel 2015 quando subisce uno sfratto per morosità dalla sua casa di Giardinetti, VI municipio di Roma. “Lavoravo per la mia padrona di casa - racconta - lei non mi pagava lo stipendio ma pretendeva che pagassi l’affitto, fino a quando è arrivato lo sfratto. Ho quindi avviato le pratiche per avere il ‘buono casa’ e dopo molte difficoltà me lo hanno concesso. Un diritto che però ora mi vogliono togliere”. Il comune quindi paga l’affitto per tre anni per la casa che trovò Marina, sempre a Giardinetti. Peccato che a giugno 2018 bussa alla sua porta la banca per riaverla indietro, visto che la proprietaria non pagava il mutuo. “Questa persona ha di fatto truffato il Comune perchè i soldi del 'buono casa' li ha presi - dice Maria Vittoria Molinari di Asia Usb -, ma che colpa ne ha Marina? Bastava passare il buono casa, di cui ha diritto, dal precedente proprietario a quello di oggi, dove sta vivendo Marina con la sua famiglia, e che da luglio aspetta di essere pagato”.

Quattro mensilità mancate che ora potrebbero trasformarsi in uno sfratto. "Questa storia dimostra ancora una volta quanto questo non sia lo strumento adeguato a risolvere l'emergeza abitativa di Roma - continua Molinari -, da tempo denunciamo la presenza di molti alloggi popolari che restano vuoti, magari dopo uno sgombero. Case che vanno assegnate il prima possibile, una magari proprio a Marina".  

“Prima di registrare questo contratto d'affitto ho chiesto al dipartimento e al municipio se andava bene e mi hanno detto di sì - continua Marina -. Io non ho responsabilità con quanto accaduto con la precedente affittuaria. Che mi dessero allora un alloggio popolare, ho fatto la domanda dopo il primo sfratto, il Comune risparmierebbe anche i 750 euro che deve pagare per questa casa”. E si eviterebbe di vedere una famiglia finire in mezzo ad una strada.

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