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A Grotte Celoni vincono i cittadini: il TAR cancella l'aumento delle cubature

Annullate le delibere del 14 gennaio 2010 e del 21 febbraio 2011 che prevedevano la costruzione di 1200 appartamenti. Si trattava di speculazione edilizia

A Grotte Celoni si voleva costruire anche se non serviva, anche se non c'erano servizi ed anche se il nuovo cemento avrebbe inciso sulla vivibiità delle zone stesse. In altre parole l'aumento di cubature previsto da 2 delibere del Campidoglio altro non era che speculazione edilizia. Per questo il TAR del Lazio ha accolto il ricorso di Comitati e associazioni di quartiere (Villaggio Breda, Villa Verde, Fontana Candida, Gaia Domus), annullando le delibere del Consiglio Comunale numero 2 del 14 gennaio 2010 e numero 14 del 21 febbraio 2011, riguardo la densificazione del Piano di Zona edilizio Grotte Celoni (D11). Una sconfitta per la politica, tanto di centrodestra quanto di centrosinistra, e delle gestioni Corsini e Caudo, assessori all'Urbanistica rispettaivamente di Alemanno e Marino, che, spiegano i cittadini "mai hanno prospettato una soluzione".

In pratica la sentenza sposa in pieno le ragioni dei cittadini che da fine 2010, assistiti dallo studio legale Orrick e in particolare all’avvocatessa Quattrini, si sono battuti contro le nuove cubature. Mille e duecento appartamenti, 2000 posti auto, 4000 nuovo abitanti in una periferia in cui, denunciavano i residenti, "non esistono servizi pubblici, scuole, centri culturali". "Il Piano di zona la farebbe cadere nel baratro", hanno sempre detto i comitati. Ed ora il TAR da loro ragione. 

Si legge nella sentenza: "La disamina della documentazione prodotta agli atti conduce necessariamente ad escludere che tali modificazioni siano state apportate nel pieno rispetto dei principi che presidiano la materia degli interventi di edilizia economico-popolare e, ancora, in esito ad un’istruttoria compiuta ed esaustiva, con connessa rappresentazione, nel corpo dei provvedimenti impugnativi, dei presupposti di fatto posti alla base delle decisioni adottate".

Nel merito il Tar del Lazio sottolinea che "qualsiasi piano di zona non è solo un mero intervento edilizio ma è al contempo programmazione del territorio e delle opere". Nella sentenza è inoltre scritto non è stato riscontrato nessuno studio/ricerca da parte del Comune od altri enti, che giustificasse tale fabbisogno abitativo ed un incremento così vistoso della volumetria residenziale.

"Quando, come Comitati di Quartiere, siamo partiti per questa battaglia", spiegano Virgilio Consoli, Fulvio Magnani e Maurizio Russo tre tra i più combattivi cittadini impegnati in questa battaglia, "eravamo consci che battere a Roma il partito del mattone e della speculazione edilizia, altamente fidelizzato alla politica, era un’impresa ardua, al limite del proibitivo. Ci siamo trovati contro l’ostilità, spesso la derisione supponenza dei rappresentati comunali  e municipali di maggioranza delle giunte di Alemanno e Marino, l’aperta contrapposizione degli assessori all’urbanistica Corsini e Caudo, che mai e poi mai hanno prospettato uno spiraglio di soluzione. Ebbene, nonostante tutto, ce l’abbiamo fatta solo con l’aiuto dei cittadini più attivi e coscienti e delle figure istituzionali di opposizione".

Un successo contro la politica del mattone e il partito, sempre trasteversale, della speculazione edilizia. E i comitati rivedicano il successo"Sia chiaro, non permetteremo a chi è stato alla finestra o chi ha giocato contro o ambiguamente di salire oggi sul carro dei vincitori! La vittoria è tutta nostra, dei CdQ e dei cittadini che vedono finalmente allontanarsi il pericolo dell’ennesima speculazione selvaggia nel VI Municipio di Roma".

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