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Le lavoratrici di Giocolandia dal presidente Sciascia: "Aiutateci a lavorare"

L'appello delle 70 lavoratrici: "Chiediamo agli uomini della politica di non aumentare il tasso della disoccupazione e disperazione umana. Aiutateci a lavorare"

Oggi, le lavoratrici di Giocolandia tornano in campo per difendere il loro diritto al lavoro e lo fanno in una sede istituzionale. Una rappresentanza di educatrici, infatti, dieci per l'esattezza, si è recata presso gli uffici del Municipio IV dal presidente Emiliano Sciascia. Le educatrici dei due asili nido, tornati comunali nell'ambito della riappropriazione dei punti verde qualità, non si arrendono e dopo la lettera di licenziamento collettivo ricevuta a giugno, continuano a battersi per tornare a lavoro. Diversi gli appelli che, nel corso del tempo, le educatrici hanno lanciato, supportate anche dai genitori dei bambini che frequentavano le strutture, anche a mezzo stampa. Alla chiusura dei nidi ha fatto seguito, poi, la dichiarazione del presidente del Municipio: "Gli asili nido riapriranno il prima possibile"L'ultima manifestazione di dissenso c'era stata lo scorso 1 settembre, in quello che avrebbe dovuto essere il primo giorno di scuola, quando compatte dinanzi ai nidi chiusi, hanno gridato 'Noi ci siamo'. 

"Il presidente Sciascia si è mostrato vicino e attento al problema delle lavoratrici - ha dichiarato una delle lavoratrici presente stamattina in municipio - Siamo senza lavoro e senza risposte". 
Su quanto avvenuto durante l'incontro con il presidente del Municipio, dichiarano: "Il presidente ha promesso che si impegnerà per farci ottenere un incontro con l'assessore alla scuola del Comune di Roma, considerato - continuano - che l'unica ingiustizia fatta fino a ora è quella nei nostri confronti, l'intero personale da settembre non lavora". 
Resta comunque tanta l'amarezza delle lavoratrici: "Purtroppo gli articoli di giornale riportano l'impegno di tutti per l'apertura dei due nidi ma nessuno si preoccupa di sapere che fine ha fatto il personale che per undici anni ha prestato un servizio di qualità alle due strutture". Infine un appello, come altri lanciati attraverso il nostro giornale dalle lavoratrici dei nidi ormai chiusi e i genitori dei bambini: "Chiediamo agli uomini della politica di non aumentare il tasso della disoccupazione e  disperazione umana. Aiutateci a lavorare". 

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