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La sfiducia, le sospensioni, la nomina a delegata: intervista all'ex presidente Roberta Della Casa

Sfiduciata all'unanimità mercoledì, 24 ore dopo, in una lunga intervista, risponde a tutte le critiche. E sulla nomina a delegata: "Necessario dare continuità e un commissario ex novo implicherebbe ricominciare daccapo"

Roberta Della Casa non è più presidente del IV Municipio: la sfiducia è stata votata all'unanimità nella mattina di mercoledì durante il consiglio municipale. Il documento era stato presentato dalla sua stessa maggioranza lo scorso 24 aprile. A pochi minuti dall'inizio del consiglio, Vito Crimi decide di sospendere i consiglieri a cinque stelle dal movimento. Intanto il nuovo delegato non è stato ancora nominato. A 24 ore dalla cacciata abbiamo intervistato telefonicamente l'ormai ex presidente.

Della Casa, partiamo dall’inizio. Dalla composizione delle liste e della sua elezione a presidente. Lei ha detto di essere stata scelta con l’inganno. Che cosa vuol dire? 
Avevo fiducia in un gruppo, nei portavoce uscenti, quando cadde il sindaco Marino e bisognava preparare le liste, io non avevo neanche pensato di candidarmi, ritenevo che il portavoce uscente dovesse candidarsi (Danilo Barbuto ndr). Non volle e fece il mio nome poi avallato dal gruppo. Ne fui lusingata e chiesi a lui e a parte del gruppo di starmi accanto. Ne ero onorata ma mi sono resa conto già in campagna elettorale che non tutti sostenevano il mio nome e che non c’era volontà di sostenere la lista per una reale vittoria per le amministrative. Posso immaginare che sia stata più la volontà di trovare un nome qualsiasi da mettere in capo per coprire il vuoto lasciato dal portavoce uscente, per evitare che avessi prospettive in altri ambiti.

In che senso? Che si candidasse da qualche altra parte?
Esatto.

Tipo?
In quel momento si parlava del Comune ma a breve ci sarebbero state le varie tornate elettorali. A posteriori mi rendo conto che avrebbe spaventato la mia candidatura in un altro ruolo, che sarei stata in competizione con altre persone più strutturate di me. 

Quando dice che non c’era la volontà di sostenere una reale vittoria alle amministrative che vuole intendere? Che concorrevano senza l’ambizione di vincere?
Ho percepito molte situazioni ambigue, di non essere sempre invitata agli eventi, mi ritrovavo ad andare in alcune realtà dove qualcuno era arrivato prima di me senza coinvolgermi. Quando si punta su qualcuno è il volto che deve emergere, in questo caso è stato l’esatto contrario. Questo mi fa pensare che fossi stata scelta non per merito ma per inganno. 

Qualcuno chi?
Gli uscenti e una parte di quel gruppo. 

Cosa le avevano paventato che poi non è stato? 
Non hanno paventato nulla. Ero il candidato presidente e quello era un dato inconfutabile, ma il fatto di non sostenere il candidato presente già in campagna elettorale mi fa capire che non ci fosse una prospettiva di vittoria ma la volontà di far guadagnare preferenze all’uno o all’altro candidato immaginando la perdita della tornata elettorale.

Scuse pubbliche, azzeramento della giunta, ritiro della delibera sugli eventi culturali (con rimodulazione dei fondi) a Villa Farinacci. Queste sono le richieste che il suo ex gruppo di maggioranza le ha presentato, necessarie al ritiro della mozione. Perché ha scelto di non dare seguito a queste richieste?
Se mi baso sui fatti la mozione verteva sul bando di villa Farinacci, su quello ho mostrato apertura fin dal primo giorno, era una situazione che potevamo rimodulare. Poi sono arrivate tutte le altre richieste. L’azzeramento della giunta senza un motivo oggettivo mi fa pensare solo all’indebolimento del presidente del municipio, a un anno dalle elezioni significava fermare tutto quello che era in cantiere.  Quali altri avrei trovato a un anno dalla fine? Significava azzerare il governo del municipio e lasciarmi senza la forza di governare.

Però, in realtà la mozione è lunga e non fa riferimento solo a villa Farinacci.
No, non è lunga le prime pagine parlano solo di ordinanze, le revoche, nelle seconde due pagine si parla di virgolettati di giornali. 

I virgolettati sono all’ultima pagina, in verità….
Io leggo accuse alla persona, fatti di giornale, cronistoria di ordinanze, un unico fatto oggettivo e cioè il bando di villa Farinacci, non si mettono in discussione altri bandi, o azioni. È questo l’unico dato che leggo in maniera oggettiva. 

Sono citati anche altri atti, a dire il vero, che mettono in discussione il suo lavoro in questi anni di governo. La vicenda del Casale Alba 1 ne è un esempio.
Quelli si potevano discutere nel momento in cui avvenivano, come il Casale Alba 1. Mi chiedo perché non sia caduto in quel momento il municipio. Se si va oltre quei fatti e si cade per un bando è quello il fatto imminente.  La mia disponibilità a ricucire uno strappo c’è stata a 360gradi. Avevo analizzato il bilancio, trovato una serie di economie, avrei rivisto il bando di Villa Farinacci e ho pensato che si potessero rimodulare le deleghe degli assessori, non sostituendoli ma cambiando le deleghe tra loro, in modo che la squadra potesse continuare a lavorare ma facilitando i rapporti. Ma non è andata bene neanche questa. 

Scusi, lei ha detto che trovare assessori nuovi a un anno dalla fine sarebbe stato come iniziare daccapo. Questa sua ipotesi di cambiare deleghe, e quindi per ipotesi, dare le deleghe all’ambiente a chi adesso ha le deleghe al commercio, non sarebbe stato come assegnare un assessorato ex novo?
Ciascuno conosceva il lavoro degli altri, tutti avrebbero potuto collaborare tra loro continuando il lavoro: la rotazione delle deleghe avrebbe favorito i rapporti interpersonali anche con i presidenti di commissione. Avrei preferito che avessero detto di non voler ricucire un dialogo, invece fino all’ultimo giorno si sono mostrati disponibili e hanno avanzato proposte ma nessuna nostra disponibilità è servita a salvare il municipio. 

Nei giorni che sono intercorsi dalla presentazione della mozione alla sua votazione in aula, ci sono stati degli incontri, anche tra lei e consiglieri comunali. Ha mai pensato di ricalibrare il tiro e scendere a un compromesso per salvare l’amministrazione?
Assolutamente sì, ho pensato di scendere al compromesso non al ricatto. Cedere qualcosa e ricevere qualcosa ma dover sottostare alle decisioni di altri è un ricatto e un eventuale commissariamento. La disponibilità c'è stata dal primo giorno della presentazione della mozione al giorno del voto.

Quali sono stati i cambiamenti che le hanno chiesto?

Ce ne sono stati diversi. Prima doveva andare via un assessore. Il giorno dopo quell’assessore andava bene e doveva andare via un altro, poi l’azzeramento completo, poi il bando di villa Farinacci, poi erano altri progetti sul sociale. Era un crescendo. Tanti miei sì non bastavano a distanza di qualche ora.

C'è un articolo nel codice etico del Movimento Cinque Stelle (secondo comma art.4) che recita “nell’ambito dell’esercizio delle sue mansioni, a valorizzare il ruolo e gli incarichi della sua amministrazione, incoraggiando e sviluppando ogni provvedimento volto a favorire un miglioramento dei servizi di cui è responsabile”. Crede che in questi anni ha valorizzato il ruolo dei consiglieri e delle commissioni?
Credo assolutamente di sì. Ho rispettato sia il codice etico che il TUEL (testo unico degli enti locali). Sono stata presente quando dovevo esserci, io e la giunta quano convocati in commissione siamo sempre stati presenti, compatibilmente con gli impegni istituzionali. Gli atti presentati dal consiglio sono stati tutti lavorati, alcuni realizzati, altri realizzati parzialmente, altri impossibili da realizzare. C’è stata disponibilità al confronto e riunioni fiume spesso anche litigando se necessario per arrivare all’obiettivo.  

Cito due temi su tutti che hanno acuito lo strappo tra lei e la maggioranza: delibera casale Alba1 e chiusura asili nido. In entrambi i casi lei non ha dato retta alla sua maggioranza. Perché? 
Sugli asili nido si è pronunciato un giudice in favore di Roma Capitale e dei provvedimenti che stavamo adottando, quando ci sono enti superiori poco può entrarci la politica. Andare contro le norme vigente non mi appartiene e non appartiene al M5s. Una questione complicata ma anche compresa dagli stessi soggetti che la subivano. 

Sul Casale Alba1 invece?
Non sapevo nemmeno esistesse quando sono stata eletta, l’acquisizione l’ha voluta la maggioranza e l’ho attenzionato per volontà dei consiglieri. Volevano ci fosse un progetto sociale e la formula trovata dalla giunta era necessariamente un partenariato pubblico/privato. La delibera fu inizialmente ritirata, rilavorata, è trascorso un anno, completamente emendata dal consiglio: nel nuovo documento la pizza era sparita, va in aula e la sera prima della discussione in consiglio vengo avvisata che non passerà. Ma quella ormai era la delibera dei consiglieri. In quel momento è evidente che si crea una spaccatura ma la condivione è durata tre anni. 

Da ieri i consiglieri di maggioranza sono stati sospesi dal movimento per averla sfiduciata, nei loro confronti è stato avviato un provvedimento disciplinare. Che ne pensa? 
È previsto dal nostro regolamento. Hanno fatto un’infrazione al nostro codice. Quando si prende un impegno lo si deve onorare, questa sfiducia arriva in barba al regolamento, senza nessuna avvisaglia ai vertici nei mesi precedenti. Comprendo la decisione di Crimi che non è la mia, non lo conosco quindi non credo che abbia voluto favorire qualcuno. 

Lei è stata sfiduciata da 24 voti a favore, ma soprattutto dai 15 voti della sua ex maggioranza. Non pensa di aver sbagliato qualcosa in questi quattro anni?
Nessuno di noi è esente da errori, né io né loro, lo ritengo umano. Rifarei il percorso che ho fatto, magari con un po’ più di esperienza, ma lo rifarei perché comunque abbiamo portato risultati importanti, abbiamo risolto problemi presenti da anni e ne faccio un vanto. Mi hanno accusata di non gestireal meglio l’emergenza e poi mi fanno cadere in piena emergenza, lo ritengo un gesto di poca lungimiranza. I consiglieri hanno strumenti per imporre il proprio indirizzo, mai stati usati. Esiste uno strumento che si chiama delibera che quando viene approvata in consiglio diventa legge, senza neanche passare dalla giunta, è immediatamente esecutiva: non ne è stata portata una in quattro anni. 

E gli atti che le commissioni hanno prodotto?
Sono stati tutti lavorati ma quando si fa una proposta è necessario conoscere la reale fattibilità, se parliamo di cose che non sono di nostra proprietà è chiaro che non può esserci un intervento diretto del municipio. 

Pensa che il Campidoglio poteva aiutarla di più?
Il Campidoglio è stato presente moltissimo in questi quattro anni, in quest’ultimo periodo nessuno si è tirato indietro e tutti hanno cercato di dare una mano per ricostruire questo dialogo. 

Sia a suo favore che in favore dei consiglieri?
Molti non erano dalla parte di nessuno e hanno cercato di tutelare il municipio per il bene comune. 

Se lei fosse stata consigliera e avesse sfiduciato una presidente, cosa penserebbe se la stessa venisse nominata delegata? 
Probabilmente non lo avrei mai sfiduciato perché ho un grande rispetto dei ruoli, sono molto legata alla scala gerarchica. Volendomi immedesimare, penso che ci voglia l’oggettività: se il municipio è caduto per un problema relazionale, perché io leggo questo, oggi mettere un commissario significherebbe abbandonare il territorio. 

Ha avuto notizie dalla sindaca in queste ore rispetto al post-Della Casa?
Non ho ricevuto ancora nulla di ufficiale. Ho letto alcune agenzie, posso immaginare accadrà quello che è accaduto negli altri municipi, sono molto serena, la sindaca sa che sono al suo fianco, a me l’incarico non interessa personalmente ma è necessario dare continuità e un commissario ex novo implicherebbe ricominciare daccapo.

Cosa farà da grande?
Non so cosa farò da grande, di certo il mio impegno non si ferma. Ho deciso di iscrivermi al movimento dopo che per anni non votavo neanche più, sono stata un'attivista che non ha preteso nulla e che ha messo il suo tempo a disposizione gratuitamente, perché ci ho creduto e ci credo. Non avevo volontà di candidarmi nel 2016 e l'ho accettato in qualsiasi modalità sia avvenuto. Non si ferma il mio impegno e nemmeno il mio sostegno a Roma Capitale. 
 

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