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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ponte Mammolo Centocelle / Viale Palmiro Togliatti

"No all'antenna a Ponte Mammolo", la protesta del nodo territoriale tiburtino

"Basta nocività". Così gli attivisti del Nodo Territoriale Tiburtino hanno affisso a Ponte Mammolo uno striscione per manifestare la propria contrarietà all'antenna

Un'azione comunicativa quella messa in campo dal Nodo Territoriale Tiburtino. Nella mattina di sabato, infatti, alcuni rappresentanti del movimento hanno affisso, nel quartiere Ponte Mammolo, uno striscione con la scritta: "No all'antenna a Ponte Mammolo, stop alla nocività". Un'azione questa che giunge in seguito alla possibilità di collocare proprio all'interno del quartiere Ponte Mammolo una stazione radio base. Chiara la contrarietà delle associazioni che appartengono al Nodo territoriale Tiburtino. 

In una nota diffusa dagli organizzatori, si legge: "Da qualche mese è in corso di approvazione un progetto per la realizzazione di una Stazione Radio Base di 3 dei maggiori operatori telefonici nei pressi della Stazione di Ponte Mammolo", spiegano. "Questa nuova antenna  si aggiunge ai già presenti in gran numero su tutto il territorio circostante, in particolare a via Schopenhauer, viale Galbani, via Casal de Pazzi, via Palombini, via Feronia, via Gemellaro, via Galati, via Bardanzellu e sullo stesso sito di via Tiburtina altezza stazione metroB Ponte Mammolo". Nel dettaglio, spiegano: "Con l’innalzamento governativo dei limiti di emissione di tali antenne, questa nuova struttura potrebbe arrivare ad emettere fino a 61 V/m, dieci volte i valori attuali, con conseguenze estremamente nocive per la salute, e senza vantaggi significativi per l’utenza telefonica. Si tratta, in breve, di scegliere se passare dalla navigazione 3G a 4G oppure di evitare che il rischio cancerogeno si innalzi significativamente, considerando il contesto già elettroinquinato del quadrante". 

E sulla modalità silenzio-assenso, proseguono: "Questa installazione, come molte altre opere sul territorio, stava terminando il suo iter di approvazione secondo la solita scandalosa pratica del “silenzio-assenso”, ovvero senza la minima consultazione degli abitanti e dei lavoratori dei quartieri interessati, a maggior ragione se vi sono dei rischi ambientali e sociali così alti".

Su quanto fatto fino ad ora da comitati, gli organizzatori della protesta, spiegano: "Alcuni comitati già attivi sul tema hanno inviato una lettera alle autorità competenti in cui si denunciavano tecnicamente le criticità di tale progetto e la pericolosità dello stesso sia nel merito della singola opera, sia in relazione ad una situazione già compromessa di elettrosmog e varie nocività nel quadrante tiburtino". Sulla risposta aggiungo: "La risposta istituzionale è stata, come prevedibile, estremamente confusa ed evasiva, con fallaci promesse e solito rimpallo di responsabilità da parte della Commissione Urbanistica di Roma Capitale e della Commissione Ambiente del IV Municipio". 

La protesta contro l'installazione di una nuova antenna si inserisce in un contesto anche più ampio: "E' chiara la mancanza di volontà da parte delle amministrazioni, per convenienza o incapacità, di coinvolgere gli abitanti nelle scelte che ricadono sul proprio territorio e di risolvere in maniera incisiva le problematiche, di natura ambientale e non solo, di cui soffre il Tiburtino". Dal nodo territoriale Tiburtino, aggiungono: "I livelli di polveri sottili costantemente superiori alla media, la dismissione del patrimonio pubblico e la vendita delle case popolari, il malfunzionamento e la futura privatizzazione del trasporto pubblico, le nubi tossiche, la discarica di Ponte Mammolo, il depuratore di Colli Aniene, la speculazione dei Punti Verde Qualità rappresentano solo alcuni esempi del quotidiano contesto critico nel nostro Municipio cui l'elettrosmog prodotto dall'antenna si andrà a sommare". 

L'azione di sabato mattina, però, non è destinata a rimanere isolata: "Seguiranno iniziative informative nei quartieri coinvolti dalla nuova installazione e la costruzione di una piattaforma comune di comitati, realtà sociali, spazi abitativi del Tiburtino per denunciare lo stato di cose presenti ma anche creare nuove forme di partecipazione ed essere più incisivi sulle condizioni del proprio territorio", fanno sapere gli organizzatori. 

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