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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Effetto Della Casa sul Tiburtino: il Movimento Cinque Stelle dimezza i voti

Nel 2016 il M5S ha portato a casa 29.240 voti, il 37,65%. Due anni dopo, alle elezioni regionali la percentuale è scesa al 23,93%, in termini assoluti 17.861 voti. Tra eletti ed attivisti aumenta il malumore e la presidente finisce sul banco degli imputati

Roberta Lombardi non è stata eletta: il 27% delle preferenze ottenute dal M5S non è stato sufficiente alla “Faraona” per raggiungere la presidenza della Regione Lazio. La candidata grillina è arrivata addirittura terza, dietro Zingaretti e Parisi. Nonostante il movimento cinque stelle si sia attestato come il partito più votato della nazione, alle Regionali il “boom” di preferenze delle amministrative 2016 è solo un lontano ricordo, soprattutto nel territorio del Tiburtino.

Consensi dimezzati. Effetto Della Casa?

Se a livello comunale parte della sconfitta di Roberta Lombardi è stata indicata come possibile conseguenza dell’effetto Raggi, lo stesso si può dire dell’effetto “Della Casa” al Tiburtino. Partiamo da alcuni dati: nel 2016 il M5S ha portato a casa 29.240 voti, il 37,65%. Due anni dopo, alle elezioni regionali la percentuale è scesa al 23,93%, in termini assoluti 17.861 voti. Che il Movimento Cinque Stelle, e più precisamente la minisindaca Della Casa, stesse perdendo consensi sul territorio era cosa nota: tanti, forse troppi i cittadini delusi dal modus operandi della minisindaca. 

"La minisindaca ha deluso i cittadini"

In tanti ci hanno raccontato in questi mesi di come la presidente bloccasse gli utenti che sulla pagina istituzionale del profilo pubblico chiedevano informazioni sui lavori o scuole, un atteggiamento già di per sé contrario ai principi di trasparenza proposti fino alla nausea dal movimento cinque stelle. O volte in cui la presidente Della Casa ha negato di essere la loro interlocutrice di fronte alle richieste dei genitori arrivati in Municipio per chiedere informazioni sugli asili. E ancora volte in cui ha disertato gli incontri organizzati dai comitati (Colli Aniene) che in segno di protesta hanno lasciato una sedia vuota. In alcuni quartieri come Settecamini poi non è mai andata in quasi due anni di mandato, se non per cerimonie ufficiali organizzate per altro dalla Regione Lazio. E sono in tanti anche a denunciare come “la via di casa sua invece venga pulita tutti i giorni” e di veti sugli interventi messi dalla presidente in alcune zone del Municipio. Anche la "destituzione" dell'assessore Perazzini ha indispettito molto i cittadini: persona molto apprezzata dal territorio che ha trovato la serratura del suo ufficio cambiata. (QUI LA STORIA)

La spaccatura interna 

Questi atteggiamenti però, non solo hanno deluso tanti cittadini ma hanno provocato “mal di pancia” anche ai consiglieri della maggioranza che pur tacendo, hanno alimentato con il loro atteggiamento le varie indiscrezioni degli ultimi mesi. Ad iniziare dalle mancate difese: una su tutte l’assenza della presidente "per motivi di salute" in commissione capitolina riguardo lo sgombero degli asili nido e la successiva partecipazione ad un evento elettorale lo stesso giorno. Asili che, per inciso, la maggioranza invece vuole tenere aperti sul territorio.

Dopo la pubblicazione del nostro articolo, che ha messo in evidenza con delle foto quanto detto, è partita una vera e propria “caccia all’uomo” da parte della presidente per capire chi avesse tradito: le foto, per completezza di informazione, erano state pubblicate su facebook (QUI LA STORIA).In questa occasione nessuno ha preso le difese della presidente nè con la stampa nè sul web. 

Insomma, la "spaccatura" tra la presidente e i consiglieri lombardiani tanto sbandierata da una parte delle opposizioni non era una bolla di sapone. E i risultati delle urne lo hanno dimostrato. Un esempio su tutti la non elezione di Danilo Barbuto, ex consigliere pentastellato proprio al tiburtino e grillino della prima ora. 

"Questa persona non rappresenta che se stessa"

E poi c’è un file audio, inviato anche alla nostra redazione. A parlare è un candidato silurato alle parlamentarie. L'accusa è in sè un merito di Della Casa: la presidente avrebbe segnalato il candidato agli organi competenti. Una segnalazione della quale il candidato fatto fuori ha chiesto conto in una riunione durante la quale l'intervento della presidente è stato negato dalla stessa. Un fatto che ha scatenato la rabbia del candidato che ha iniziato a far girare il file parlando di quella riunione. “Una riunione in cui crollano tutti i principi: una presidente contro tutto il resto del Municipio con un atteggiamento dittatoriale, una presidente che fa finta di non essere stata lei a fare segnalazioni e che spera che tutto possa essere dimenticato. Per fortuna c’è un gruppo consiliare coeso. Questa persona non rappresenta che se stessa, scordandosi dei cittadini. Siede ad un posto che non merita".

Il file avrebbe raggiunto anche la Della Casa che, secondo quanto risulta a RomaToday, non l'ha presa particolarmente bene, arrivando a minacciare di querela i suoi nel caso il file fosse arrivato alla stampa. Probabilmente ora inizierà una nuova caccia alle streghe. 
 

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