rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Tiburtino Centro Storico / via Lozzia

Caso Basf, cittadini contro la Provincia: "Ha dato l'autorizzazione ambientale e ci porta al Tar"

L'ultimo capitolo della vicenda dell'azienda di dismissione di prodotti chimici vede la Provincia concedere l'autorizzazione integrata ambientale e portare la vicenda al Tar, costringendo i cittadini a spese processuali insostennibili

"Se sta lì muori, se se ne va licenzia, se lavora uccide i tuoi figli". E' amaro il commento di Mario residente della zona di Case Rosse, dove da anni i residenti combattono contro un mostro ecologico che metter a rischio la salute dei bambini. Parliamo della Basf, caso che oggi torna purtroppo agli onori delle cronache.

Oramai sono passati 8 anni da quando scoppiò il caso di questa azienda di dismissione di catalizzatori attraverso prodotti chimici. La ditta in loco dal 1956, si chiamava Engelhard fu affiancata nel 2002 da un complesso residenziale con annessi servizi tra cui un asilo nido.

Trecento venticinque metri di distanza dall'asilo, 5 tonnellate di sostanze tossiche - nocive bruciate al giorno 30% in più di mortalità di cancro nella zona non sono bastate per dare un svolta alla situazione.


I protagonisti della vicenda sono tanti ed è opportuno fare una ricostruzione. C'è il Comune di Roma che si accordò con l'azienda, con un contratto non vincolante, per delocalizzare la fabbrica. C'è poi l'Asl che ha classificato la Basf come "Industria insalubre di 1a classe" ed ha certificato nel 10/02/2009, di non aver rilasciato alcun certificato d'idoneità per la costruzione dell'asilo nido. C'è poi il sindacato che, alla notizia della possibile riduzione della fabbrica, si armò di sciopero, creando una sorta di battaglia tra poveri, dopo la decisione della Basf di ridurre il personale manifatturiero per abbassare la soglia d'inquinamento.

A questi si aggiunge la Regione che si dichiarò a favore della delocalizzazione ma insieme alla Provincia passò le responsabilità al Primo cittadino dato che è colui "ha l'obbligo di battersi per la salute dei cittadini". L'azienda alla fine ha concesso sì dei controlli, ma pianificati. In mezzo a questo marasma il comitato dei Cittadini ha sempre proposto la difesa della salute dei bambini ma anche di tutte quelle persone che vivono nei pressi della Basf.

LA SOLUZIONE - Era stato proposta una mediazione tra i cittadini e l'azienda adottando un nuovo sistema di lavorazione chiamato AquaCritox, a basso impatto ambientale ma è stata un'attesa disillusa.

ULTIMO CAPITOLO- La provincia di Roma, sebbene il Sindaco Alemanno fosse contrario, ha concesso dopo un lungo iter, l'autorizzazione Integrata Ambientale all'inceneritore di rifiuti tossici e nocivi della Basf. Così, il comitato dei cittadini, non potendosi permettere una causa legale al Tar del Lazio, per motivi economici, era pronto a fare appello al Capo dello Stato come consente la legge. Il Presidente della Provincia Zingaretti, però, anticipando il comitato cittadino ha ritenuto opportuno portare lui la questione in sede giurisdizionale, "sebbene non fosse tenuto a farlo", spiegano i comitati. In tal modo però rende impossibile l'appello a Napolitano, obbligando i cittadini a sostenere spese processuali che non riescono a sostenere.

Il NODO- "L'Autorizzazione Integrata Ambientale all'inceneritore della BASF, senza la costituzione in giudizio dei Cittadini, verrà confermata senza che vengano mai esaminati da un giudice i numerosi aspetti ritenuti illegittimi ed evidenziati dai Cittadini nei dettagli del Ricorso -dicono i cittadini- In Particolare resta inapplicato il parere vincolante del Sindaco di Roma che è chiaramente negativo per l'inceneritore di rifiuti tossici e nocivi della Basf".

Il movimento di cittadini denuncia il fatto che oltre che illegittimo, il procedimento ha come mandante la Provincia di Roma e non la reale controparte la "Ditta Basf".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caso Basf, cittadini contro la Provincia: "Ha dato l'autorizzazione ambientale e ci porta al Tar"

RomaToday è in caricamento