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Casal Bruciato Casal de Pazzi / Via Tiburtina

Zeppetto: lo scivolone costa caro a Della Casa, la presidente denunciata per diffamazione

La famiglia di Augusto Proietti ha presentato denuncia per diffamazione dopo la pubblicazione del post Fb sulla pagina istituzionale

Non è servito modificare il post più e più volte dopo la prima pubblicazione: quanto scritto dalla Presidente del Municipio IV Roberta Della Casa sulla sua pagina istituzionale Facebook è rimasto bene impresso, soprattutto ai diretti interessati. “Abbiamo denunciato la minisindaca per diffamazione” ha fatto sapere la famiglia di Augusto Proietti che dal 1973 gestisce il banco dei cocomeri in via Tiburtina, a Casal Bruciato. Ma andiamo con ordine.

Il ritiro della licenza a Lucia Porietti, figlia di Augusto

Nei giorni scorsi viene ritirata la licenza di vendita a Lucia Proietti, figlia del più noto Augusto che ha dato il via all’attività nella prima metà degli anni ’70. Da quel momento e fino alla scorsa estate “Zeppetto” è stato re indiscusso dei cocomerari a Roma: noto non solo nei dintorni della via consolare ma in tutta la città, diventando nel tempo, anche un punto di ritrovo e di aggregazione. La notizia scuote la famiglia e buona parte dell’opinione pubblica a tal punto da organizzare una manifestazione (in programma venerdì 7 giugno) per scongiurarne la chiusura. 

Il post (poi modificato) di Roberta Della Casa

A questa mobilitazione generale risponde la presidente del Municipio, Roberta Della Casa, inviando un comunicato alla stampa e pubblicando su Facebook il seguente post: “Facciamo chiarezza, questa Amministrazione ha fatto della legalità il suo obiettivo primario ben conscia che ciò avrebbe significato farsi dei nemici ma siamo comunque determinati ad andare avanti. Torniamo a parlare di bancarelle su Via Tiburtina, un procedimento lungo ma che finalmente ha reso decorosa la via dello shopping; la lotta all’abusivismo e la tutela dei gestori con regolare licenza ha prodotto i suoi risultati. Veniamo al caso che in molti stanno cavalcando in questi giorni e cioè la decadenza di un’attività storica, zeppetto, il cocomeraio. L’intestataria della licenza è Lucia, figlia di Augusto Proietti, il noto ambulante che ha minacciato il presidente della commissione commercio Capitolina Andrea Coia, lo stesso per cui la procura ha mosso l’accusa di associazione a delinquere e che proprio di recente è stato confermato come indagato nel processo che vede coinvolti anche dirigenti di Roma Capitale per traffico di licenze e possibile corruzione. La rivendita di cocomero attenzionata dal Municipio ha accumulato una morosità importante nei confronti del comune ed è stata chiusa per abuso edilizio...strano che prima di noi nessuno si fosse accorto delle numerose irregolarità. Non vogliamo togliere lo svago ai cittadini perciò stiamo individuando aree idonee ad ospitare venditori di granite, cocomeri e castagne da mettere a bando per tanti esercenti con le carte in regola e che possano offrire momenti di relax agli abitanti del IV Municipio. Trasparenza e legalità! Indietro non si torna e non si fanno sconti a nessuno!”.

"Augusto Proietti indagato per corruzione" ma è morto oltre 20 anni fa

La presidente, durante la stesura del post, dimentica però che Augusto Proietti, in arte “Zeppetto” non può essere lo stesso Proietti citato da lei perché deceduto nel 1996. Qualche minuto più tardi Della Casa modifica il post specificando “Certo, potrebbe trattarsi di omonimia”. Insomma, la presidente scrive ma ancora nutre dubbi sull’identità dell’uomo che chiama in causa, seppur morto da oltre vent’anni. In tarda serata arriva poi una terza versione del comunicato in cui, la presidente “per correttezza” elimina ogni riferimento possibile a Augusto Proietti. Troppo tardi, però. Orami il danno è fatto e non è servito neppure che la presidente si scusasse in uno dei tanti commenti dopo essere stata esortata a farlo dalla famiglia Proietti. “C’è un vero e proprio accanimento nei confronti della nostra famiglia – fa sapere la nipote di Augusto Proietti, Sabrina Taddei – che dopo lo scivolone pubblico della minisindaca sullo scambio di persona iniziamo a capire”. 
 

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