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Casal Bruciato

Proteste a Casal Bruciato: "Da CasaPound teatrino per fini politici. Noi diamo seguito ai diritti delle persone"

Parla Roberta Della Casa, presidente del IV municipio: "Le proteste di questi giorni sono mosse dall'estrema destra per fini elettorali"

Da ieri Roberta Della Casa, presidente del IV municipio, è in prima linea per affrontare le proteste di Casal Bruciato, dove è stata impedita l'assegnazione di un alloggio popolare ad una famiglia rom avente diritto. Ieri e oggi sul posto per metterci la faccia e per ribadire che CasaPound non fa paura, Della Casa risponde alle domande di RomaToday su un territorio che forse più di altri vive problemi di emergenza abitativa. San Basilio, Settecamini, Pietralata, ieri Casal Bruciato, proteste diverse e una bomba sociale sempre sul punto di esplodere. Della Casa appare però convinta delle ricette messe in campo sinora e derubrica quanto accaduto in questi giorni a delle "proteste dell'estrema destra per fini elettorali".

Roberta Della Casa, secondo lei, Casal Bruciato e, più in generale, il IV municipio rappresentano una polveriera?

Tutte le periferie sono state abbandonate negli ultimi 15 anni e la situazione attuale è figlia di questo abbandono. Noi stiamo lavorando sul coinvolgimento delle comunità, sul senso di appartenza e sulla ricostruzione dal basso dei quartieri. Qualcuno invece cavalca delle proteste per fini elettorali e guarda caso sono sempre i soliti 30 di Casapound che si spostano da un quartiere all'altro. 

E' innegabile però  che il IV municipio, sicuramente più di altri, vive sui propri territori situazioni di emergenza abitativa. In campagna elettorale avete raccolto anche molti voti parlando di questa tematica. Cosa avete fatto sinora?

Io non voglio parlare di affrontare emergenza abitativa, ma di dare seguito ai diritti delle persone. Se è vero che tante persone reclamano casa, è altrettanto vero che c'è, forte, un tema di occupazioni a scopo abitativo spesso affatto legato alla necessità. Stiamo andando a stanare questi furbetti, gente che occupa casa e che poi, per esempio, ha il Suv. Questi sgomberi stanno liberando immobili che stiamo riassegnando facendo scorrere le gradutorie. 

Nello scorrimento delle graduatorie però incontrate proteste come quelle di Casal Bruciato...

Per noi dare seguito ai diritti prescinde dalla provenienza. Un diritto è sancito dalla legge e noi in questo senso ci stiamo muovendo. E' singolare che il centrodestra che protesta oggi sia proprio quello che quelle regole le ha fatte. 

Sta dicendo che la situazione di Casal Bruciato è colpa del centrodestra?

Noi diamo applicazione al bando di Alemanno che assegnava 18 punti in graduatoria a famiglie numerose. E' stata una scelta politica allora e noi oggi stiamo solo applicando la legge.

Torniamo al tema polveriera. Casal Bruciato oggi, Settecamini ieri, vivono anche un problema di sicurezza che certo non aiuta a rasserenare gli animi. State affrontando il problema?

La sicurezza non è un tema di oggi. Noi lo stiamo affrontando puntando sulla cultura, sugli eventi, sull'aggregazione all'interno delle comunità. E' la nostra ricetta. Certo poi va anche detto che il tema è nazionale e della sicurezza dovrebbe occuparsi il ministro dell'Interno, garantendo maggiori sforzi e maggiori investimenti. 

A che punto è il trasferimento della caserma dei carabinieri al Tecnopolo?

Stiamo portando avanti procedure burocratiche per far partire il bando per l'assegnazione dei lavori. Come amministrazione abbiamo anche chiesto conto al comando dei Carabinieri della caserma mobile di Settecamini, presidio interrotto da qualche tempo.

Per chiudere presidente: possibile che quanto accaduto in questi giorni a Casal Bruciato e più in generale tutte le proteste del suo municipio, siano responsabilità solo dei fascisti del terzo millennio?

Sicuramente ci sono cittadini che possono essere a favore o contro le politiche che stiamo portando avanti. Altrettanto vero è che ci possono essere cittadini che vogliono esprimere dissenso. Ma una cosa è il consenso o il dissenso, un'altra è il teatrino a cui assistiamo. Vedere un movimento politico montare un gazebo nel cuore del quartiere, solo per provare a raccogliere visibilità politica per fini elettorali, è decisamente qualcosa di diverso dalla rivolta politica che viene descritta in questi giorni. 

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