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Venerdì, 19 Aprile 2024

Acca Larentia, il presente in onore di Bigonzetti, Ciavatta e Recchioni

Saluti romani all'Appio in onore dei tre camerati uccisi il 7 gennaio del 1978

Braccia tese e saluti romani al Tuscolano in occasione dell'anniversario della strage di Acca Larentia. Al grido di "Presente", rispondendo alla chiamata "Per i camerati caduti...", decine di militanti di estrema destra, provenienti da diverse città d'Italia hanno preso parte alla manifestazione per il 41esimo anniversario dell'attentato che avvenne il 7 gennaio del 1978. 

Tra i presenti anche il segretario di Casapound, Simone Di Stefano e diversi attivisti riconoscibili da un fratino rosso. I militanti si sono dati appuntamento in via Acca Larentia per commemorare, come ogni anno, l'anniversario della morte di Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, uccisi da alcuni colpi di mitra all'uscita dell'allora sezione missina. Un attentato a cui seguirono scontri con la Polizia durante i quali perse la vita anche il militante Stefano Recchioni. 

A decine dopo essersi messo sull''Attenti' hanno risposto 'presente' con il braccio destro teso verso l'alto per tre volte, come le vittime dell'attentato. Poi il 'riposo' e quindi il 'rompete le righe' che ha decretato la fine della manifestazione. La zona presidiata dai Carabinieri e' stata riaperta al traffico.  [Fonte Agenzia Dire]

Il 7 gennaio del 1978 davanti la sede missina di via Acca Larentia, persero la vita tre giovani. Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni furono "assassinati dall'odio comunista e dai servi dello Stato". La targa, firmata "I camerati", sintetizza così. 

Non ci sono i  nomi degli esecutori della strage, rivendicata dai Nuclei Armati per il Contropotere Territoriale. E neppure quella del Carabiniere che freddò Stefano Recchioni durante la sommossa che seguì l'attentato. La vicenda è stata più volte commentata. Ci sono stati interrogatori, sono stati scoperti nuovi indizi. Ma nessuna condanna è mai stata emessa.

L'attentato di Acca Larentia ha rappresentato un momento topico negli anni di piombo. Per la spirale di morti che quella strage innescò, ma anche per il mutato rapporto che, da allora, molti camerati hanno assunto verso le forze dell'ordine. A distanza di quarant'anni, resta anche qualcos'altro di quella drammatica giornata. Sono le centinaia di braccia tese al cielo che, puntuali, il 7 gennaio si danno appuntamento. Per ribadire davanti la sezione del Fronte della Gioventù, il loro immancabile "presente".

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