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Prima Porta Prima Porta / Via Tenuta Piccirilli

Il campo rom a Roma Nord si farà: "E' contraddizione a Cinque Stelle"

Confermata la gara per il reperimento di un'area attrezzata in cui ospitare le 120 famiglie rom del Camping River, a luglio il Municipio XV aveva chiesto ritiro del bando. Torquati: "Da piano M5s solo intenti, nulla di concreto sulla carta"

Il campo rom di Roma Nord si farà. Roma Capitale, dopo la sospensione in autotutela del dicembre scorso, ha infatti confermato la procedura di gara per il reperimento di un'area attrezzata nel Municipio XV o limitrofi - sulla carta anche III o XIV dunque - per l'accoglienza delle circa 420 persone ospiti del Camping River di via della Tenuta Piccirilli, struttura che sembra destinata alla chiusura entro giugno.

Nella nuova baraccopoli istituzionale dovranno così trovare sistemazione 120 nuclei familiari di etnia rom con il concorrente - è specificato sul sito del Comune - che dovrà mettere a disposizione un’area attrezzata ubicata nelle vicinanze di scuole, centri abitati servizi socio-sanitari, commerciali, facilmente raggiungibile con l'uso di mezzi pubblici o con mezzi di trasporto privati, "comunque in modo tale da permettere, per la comunità attualmente ospite presso il Camping River, la continuità di partecipazione alla vita sociale del territorio, l'accesso ai servizi territoriali e facilitare le visite agli ospiti delle strutture". Indicazioni che fanno pensare ad un nuovo insediamento per soli rom che difficilmente potrà abbandonare il quadrante in cui sorge il River, quindi l'area di Prima Porta. 

Eppure il Municipio XV, con un voto unanime e compatto, nel luglio scorso era stato chiaro: il bando, eredità dell'era Tronca, andava ritirato anche e soprattutto per perseguire l'idea e la necessità del superamento dei campi. Ma sembra che la Capitale al momento non se lo possa permettere: "La revoca o annullamento della gara - si legge nella determina - comporterebbe le dimissioni dalla struttura privata ospitante di circa n. 420 persone in condizioni di fragilità e senza alternativa abitativa, che si vedrebbero bruscamente private dell’alloggio e di forme di protezione sociale, con possibili ripercussioni sulla sicurezza pubblica". 

Un dietrofront accolto criticamente dalle associazioni per i diritti rom e dal territorio, non esente nemmeno dalla polemica politica. Ad alimentarla l'ex minisindaco del Municipio XV, Daniele Torquati: "Una contraddizione palese che, semmai ce ne fosse bisogno, conferma la mancanza di una politica chiara e coerente con quanto sbandierato dal M5S in campagna elettorale" - ha scritto in una nota commentando i nuovi sviluppi sul campo rom di Roma Nord. 

"L'insediamento per soli rom, previsto per ospitare le 120 famiglie di Camping River, si farà. Eppure era stato proprio il M5S a chiede un monitoraggio su quella procedura, alimentando false speranze nella cittadinanza e il solito disgusto nei confronti della politica. Oggi invece conferma tutta la procedura, palesano incongruenze e contraddizioni con quanto annunciato nel piano di fuoriuscita dai campi redatto in forma provvisoria e con l'aiuto di consulenti esterni pagati dalla nuova Amministrazione. Un piano che, per quanto condivisibile nelle intenzioni, non era condivisibile invece per la mancanza di tempi e costi. La sua presentazione il 17 febbraio scorso nell'ambito della campagna di ascolto sociale #RomaAscoltaRoma  è la prova di quanto questa Amministrazione non conosca il fenomeno e non abbia alcuna competenza. Quel piano - ha sottolineato Torquati - è una dichiarazione di intenti che sulla carta non produce nulla, ma anzi ci restituisce un nuovo campo rom a Roma". 

E le maggiori perplessità sulla nascita della nuova baraccopoli istituzionale, come avevano sin dall'inizio sottolineato le associazioni vicine ai rom, riguardano soprattutto la ripartizione dei fondi: in un bando che vale 1milione e 200mila euro il 20% dell'investimento è infatti dedicato alla vigilanza, il 76 alla gestione e solo il 4% all'inclusione. Davvero troppo poco per approdare alla serena fuoriuscita dai campi di quelle famiglie che sarebbero disposte a farlo.

"Il M5S getta la maschera. Non c'è alcuna volontà di chiudere i campi. Sosteniamo per questo il disappunto di quelle associazioni che operano in questa direzione" - ha detto Torquati. La richiesta all'amministrazione del Quindicesimo è quella di  farsi portatore di un diversa strategia: "la strategia europea di inclusione che Roma Capitale firmò nella scorsa consiliatura". 
 

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