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Prima Porta Labaro / Via di Prima Porta

Materassi e giacigli nel cuore di Prima Porta: disperati in bilico sulla marana

Alloggi di fortuna immersi nel fango: alcuni indigenti vivono nel bel mezzo del quartiere del Municipio XV a strapiombo sul canale che lo attraversa

Un paio di materassi, trapunte luride gettate in terra sul terreno umido e fangoso, cartoni logori e ai lati - appesi sul cavalcavia che passa sopra - teli di nylon per proteggersi dalla pioggia. Li - in una manciata di metri quadrati sotto al ponte di via della Giustiniana - vivono alcuni indigenti, pochi visto lo spazio impervio e ristretto. 

Alloggi di fortuna in bilico sulla marana, giacigli della disperazione tra fango e sporcizia: un dormitorio in obliquo a strapiombo sul quel canale che ARDIS è in procinto di pulire. Invisibili ma solo per chi non vuol vedere: quel rifugio - insicuro e scosceso - è li da ben prima dell'alluvione del 31 gennaio 2014. E li è rimasto, forse per un periodo disabitato, fino ad oggi. 

Impossibile non accorgersi di quella presenza tanto scomoda quanto evidente. Una storia di disperazione e povertà che sul territorio del Quindicesimo - nonostante alcuni sgomberi effettuati - non rappresenta una novità. Poco distante, nei pressi della stazione de La Celsa, sorge un altro piccolo villaggio nascosto da vegetazione e GRA: i fuochi, soprattutto in queste fredde sere, sono ben evidenti e fanno il paio con quelli delle baracche dall'altro lato della strada, proprio al di sotto dell'incrocio tra via delle Galline Bianche, via Frassineto e Flaminia. 

Che dire poi della baraccopoli che ha ripreso vita lungo la consolare: un vero e proprio villaggio con tanto di armadietti, fili tra un pilastro e l'altro della rampa che lo sovrasta utilizzati per stendere i panni così come il guard rail laterale. In mezzo - tra terra, fango e una quantità impressionante di rifiuti - materassi, tende e bracieri per cucinare.

Ininterrotto il via vai, fagotto in spalla, lungo le corsie della Flaminia: una pratica pericolosa in particolar modo nelle ore notturne quando a rendere il tutto più rischioso ci si mette pure un'illuminazione stradale che ormai per gli automobilisti - tra l'Euclide e la stazione Saxa Rubra - è solo un ricordo. Scene, più che di degrado urbano, di umana disperazione. Una tematica delicata e complessa la cui soluzione - sebbene più veloce e "d'effetto" - non può forse ricercarsi in sgomberi e mero assistenzialismo. 
 

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