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Ponte Milvio Tor di Quinto / Viale di Tor di Quinto, 57

Tor di Quinto, una targa per Ciro Esposito: "Ora sono in stadio azzurro e senza violenza"

Davanti al 57B, tra sciarpe e fiori, anonimi hanno affisso una poesia in memoria del tifoso del Napoli ucciso nel 2014: "Vi saluto vado dove razzismo, odio e delinquenza non possono entrare"

Ai piedi del palo della luce una pianta sempreverde, intorno le sciarpe del Napoli legate e annerite dal tempo e dallo smog, sopra adesivi e bigliettini, in terra i residui di quei mazzi di fiori che da quel 25 giugno del 2014 amici, tifosi e semplici cittadini hanno voluto lasciare davanti al 57B di Tor di Quinto.

Il punto nel quale, il 3 maggio 2014, poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, è stato ferito a morte Ciro Esposito: il supporter partenopeo raggiunto da un colpo di pistola e spirato dopo 50 lunghissimi giorni di agonia al Gemelli.

Tor di Quinto: una targa per Ciro Esposito

Una morte per la quale è stato condannato a 26 anni di reclusione per omicidio volontario Daniele De Santis, ex ultras della Roma che viveva proprio li in una casupola di quell'area prima lasciata all'abbandono e poi divenuta preda di occupazioni e abusivismo. Un terreno sgomberato un anno fa e di recente riconsegnato a Roma Capitale

Li, davanti a quel cancello balzato su tutta la cronaca nazionale dopo la tragedia del maggio 2014, ignoti hanno posto una targa con una poesia dedicata alla memoria di Ciro Esposito. Un omaggio affisso tra fiori e sciarpe, subito notato dai tanti automobilisti che quotidianamente transitano in quella strada della Capitale. 

“Ormai è arrivato il momento della grande finale. 
Ah, che gioia nel mio cuore, dopo una settimana faticosa, 
un momento tutto mio con la squadra del cuore, un saluto al mio amore, 
un abbraccio a mammà e vado a Roma; non è lontana con il mio zainetto vado, parcheggio e avviandomi 
verso lo stadio un boato davanti a me. 
Bambini che urlano, gente che scappa, io mi fiondo per aiutare 
ma d’improvviso mi accascio al suolo, sono confuso, non ricordo. 
Ora in ospedale capisco che qualcosa mi è capitato, 
a me hanno sparato, io che sono un bravo ragazzo, lavoro, 
tutto per la famiglia, fidanzata,
la mia passione il Napoli. 
Vedo mammà che mi stringe la mano, 50 giorni di calvario, 
ma qui giù qualcuno è venuto per portarmi in uno stadio 
dove la violenza non c’è, tutto è azzurro come il mio Napoli. 
Ora vi saluto, qui riposo in pace. 
Ciro non va dimenticato perché per il Napoli si è sacrificato. 
Mo lasciatemi andare, mi aspettano allo stadio dove razzismo, 
odio e delinquenza non possono entrare”.

Questo il testo in memoria e ricordo di Ciro scalfito sulla lapide di Tor di Quinto. "Non sappiamo quando e chi l'abbia fatto ma ringraziamo di cuore chiunque abbia compiuto questo nobile gesto" - ha commentato l'Associazione Ciro Vive con commozione e gratitudine.

All'anonimo "scrittore" il plauso, attraverso i social e i commenti, di centinaia di persone con l'auspicio e la convinzione che Ciro sia davvero li, con la sua sciarpa, in uno Stadio tutto azzurro come il suo Napoli. 
 

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